La procedura Nmp ha permesso di impiantare l’organo, proveniente da un donatore considerato ad alto rischio, su un paziente affetto da doppio tumore.
Con l’aiuto di una Nmp, macchina che per alcune ore ha tenuto un fegato in uno stato di vita artificiale, è stato possibile espiantare l’organo da un donatore (sebbene costui fosse considerato ad alto rischio), rigenerandolo e rendendolo compatibile per l’impianto su un paziente. L’intervento è stato eseguito con successo nel Centro trapianti di fegato dell’Ospedale Molinette di Torino, diretto da Renato Romagnoli. Ne ha beneficiato un veterinario 66enne di Viterbo, sul quale era stato scoperto nel novembre scorso un doppio tumore al fegato, insorto su una cirrosi fino ad allora non diagnosticata.
Il nuovo organo presentava caratteristiche tali da renderlo non ottimale per il trapianto, ma la procedura Nmp ha permesso di sottoporre il fegato a una perfusione continua, attraverso cannule e circuiti ossigenanti, con sangue umano proveniente da donatori, e sostanze nutrienti in soluzione. «È l’ultima frontiera dei trapianti di fegato – spiegano i responsabili della Città della Salute –. Le tecniche di perfusione d’organo ex vivo stanno entrando nella pratica clinica e, in genere, sono eseguite a freddo e con solo ossigeno. Ma questa nuova tecnica a caldo permette di fare un passo oltre, consentendo di rigenerare e utilizzare in sicurezza organi che altrimenti sarebbero scartati a causa del rischio troppo elevato per il ricevente».
Redazione Nurse Times
Fonte: www.ilmessaggero.it
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