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Riceviamo la tesi del dott. Antonio Cipolletta, laureatosi presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata
ABSTRACT: Il rischio di infezione nel catetere venoso centrale nel soggetto sottoposto a emodialisi. La gestione infermieristica del problema
La tesi affronta la tematica riguardante il rischio di infezione del catetere venoso centrale nei pazienti sottoposti ad emodialisi e tutto quello che riguarda la gestione infermieristica del problema.
L’obiettivo di questa revisione è quello di valutare le conoscenze, la cultura e la pratica delle linee guida basate sull’evidenza al fine di prevenire il rischio di infezioni e migliorare cosi l’assistenza infermieristica.
La tesi è suddivisa in cinque capitoli.
Il primo capitolo si occupa specificamente l’insufficienza renale cronica, definendo epidemiologia, eziopatogenesi, fisiopatologia e decorso clinico della malattia. Infine, sono state trattate le diverse tipologie di terapia, in particola l’emodialisi, che è quella più diffusa in campo medico-infermieristico.
Il secondo capitolo si concentra sull’uso del catetere venoso centrale, come terapia sostitutiva nei pazienti in emodialisi, analizzando le caratteristiche, le tipologie e i relativi benefici e complicanze associate al loro utilizzo in pazienti dializzati.
Nel terzo capitolo, sono trattate le infezioni che possono insorgere in seguito all’utilizzo del CVC nei pazienti in emodialisi. Delle varie infezioni sono stati descritti i quadri clinici, epidemiologia diagnosi e trattamento di essi.
Nel quarto capitolo definisce i ruoli e le responsabilità che gli infermieri assumono durante le diverse fasi dell’inserimento e della gestione del catetere venoso centrale. Inoltre, sono definite anche le funzioni dell’infermiere nella prevenzione delle infezioni-CVC.
Nel quinto capitolo viene effettuata la revisione della letteratura e dalla revisione emerge che nella maggior parte degli studi reclutati per la revisione, che la maggior parte degli infermieri ei medici hanno un basso livello di conoscenza delle linee guida per la prevenzione delle CVC-RI e non ha seguito l’EBP durante l’inserimento e la cura dei CVC che hanno avuto un effetto negativo sugli esiti dei pazienti.
Gli operatori sanitari coinvolti nell’inserimento di CVC dovrebbero implementare le massime precauzioni di barriera sterile e dovrebbero essere valutati per le loro conoscenze e pratiche concernenti le linee guida per la prevenzione di CVC-RI.
Questo problema dovrebbe essere affrontato attraverso la valutazione di routine e l’adozione di politiche che rendano infermieri e medici conformi alle linee guida basate sull’evidenza per la prevenzione del CRBSI. Infine, la conformità alle linee guida può essere migliorata attraverso la conduzione di programmi educativi e di formazione periodici basati esclusivamente sull’EBP e sulla prevenzione delle CRBSI e la valutazione della conformità alle linee guida nella pratica clinica quotidiana.
Redazione NurseTimes
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