Grande interesse da parte dei dottori infermieri per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) che vede protagonisti i giovani neo laureati
Partecipare è molto semplice. Basta inviare al nostro indirizzo mail [email protected] il proprio lavoro di tesi, corredata dall’abstract.
Presentiamo la tesi del dott. Lagrasta Giuseppe, laureatosi presso l’Università degli Studi di Foggia, nell’a.a. 2017-2018.
La tesi dal titolo “Evidence Based Nursing sulla riduzione del dolore procedurale dell’emogasanalisi”, vede come relatore il dott. Michele Massaro.
…di Lagrasta Giuseppe
Introduzione
Questo percorso di ricerca è nato dall’osservazione clinica operata presso l’Universidad de La Rioja nell’ospedale San Pedro di Logroño (Spagna). Qui gli infermieri del pronto soccorso avevano come obiettivo quello di ridurre il dolore procedurale prodotto dall’emogasanalisi (EGA). Proprio per questo iniettavano nel sottocute il cloridrado di mevipacaina senza epinefrina.
Materiali e metodo
Inserendo le keyword come Lidocaina, anestetico locale, EGA, prelievo arterioso, dolore procedurale nei database MEDLINE, PUBMED, SCOPUS e COCHRANE abbiamo reclutato 16 studi primari. Di questi 16 ne abbiamo esclusi 6.
Risultati
L’utilizzo del ghiaccio e dell’infiltrazione sub-cutanea di lidocaina con Jet Injection hanno ottenuto risultati più soddisfacenti sulla valutazione del dolore, a differenza dell’iniezione sub-cutanea di lidocaina con la tecnica classica, che ha provocato dolore nell’infiltrazione. Il cloridrato di mevipacaina senza epinefrina come trattamento sub-cutaneo ha avuto ottimi risultati, anche perché, a differenza della lidocaina, non ha riscontrato alcun dolore nell’iniezione.
Pochi sono stati i risultati positivi in relazione al trattamento topico, due sono gli studi che hanno riportato valori del dolore bassi, ma la pecca di questo metodo sono i tempi troppo lunghi di applicazione (30-20 minuti).
Conclusioni
La tecnica che ha riscontrato più successo è l’anestesia con Jet Injection, che ha riportato molte note positive sia dal punto di vista della riduzione del dolore, che del tempo di applicazione dell’anestetico che sulla diminuzione dei tentativi falliti.
Un’altra tecnica che ha ottenuto un altro ottimo risultato è quella con l’infiltrazione subcutanea della mevipacaina. I ricercatori riscontrano una effettiva riduzione del dolore. Per quanto riguarda la crioanalgesia si è riscontrato che il ghiaccio potrebbe essere un’ottima soluzione a differenza dello spray, sia dal punto di vista del dolore che della facilità di applicazione di tutte le tecniche, sia ancora dal punto di vista dei costi. La differenza potrebbe farla la durata dell’anestesia (i tempi del trattamento sub cutaneo sono notevolmente più lunghi rispetto alla crioanalgesia).
Per quanto concerne il trattamento topico, non ci sono studi soddisfacenti perché confrontando i dati tra le varie tecniche, si ha una soglia del dolore più bassa e un tempo minore per l’applicazione, con le altre tecniche studiate. Tuttavia uno studio interessante da approfondire è quella in cui si è utilizzato il cerotto di lidocaina/tetracaina che, impiegato 30 minuti prima di incannulare l’arteria, ha dato ottimi risultati.
Sicuramente la comunità scientifica dovrebbe iniziare ad utilizzare dei metodi per diminuire il dolore che l’EGA provoca, data l’importanza che esso ha e la frequenza a cui, alcuni soggetti, sono ad esso sottoposti. Questo tranquillizzerebbe sia il paziente che conosce bene il dolore di questo prelievo e sia il professionista che lo esegue.
Allegato
Tesi “Evidence Based Nursing sulla riduzione del dolore procedurale dell’emogasanalisi”
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