Grande successo per il progetto editoriale denominato NExT (Nurse EXperimental Thesis) targato Nurse Times
Giunge al nostro indirizzo mail ([email protected]) il lavoro di tesi della dott.ssa Giada Pulejo, laureatasi presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, nell’a.a. 2017-2018.
La tesi dal titolo “Il ruolo dell’infermiere nell’assistenza al paziente psichiatrico in fase acuta: emergenza e SPDC”, vede come relatori la dott.ssa Claudia Campagnolo e il dott. Antonio Cavaliere.
…di Giada Pulejo
In medicina, le emergenze psichiatriche (EP) rappresentano un’importante realtà.
In letteratura troviamo che tali emergenze sono al terzo posto tra tutte le emergenze dopo quelle internistiche e chirurgiche e che rappresentano fino al 15% di tutti gli accessi ai dipartimenti d’emergenza ed accettazione (DEA) e nel 25% si verificano in pazienti già istituzionalizzati in reparti psichiatrici.
L’assistenza infermieristica psichiatrica si è evoluta nel tempo e con essa il concetto di malato di mente.
La figura dell’infermiere psichiatrico è stata a lungo sottovalutata e scarsamente considerata, poiché la sua funzione prevalente era quella di “guardiano dei folli”.
Dall’anno d’attivazione dei diplomi universitari (1992) ad oggi, abbiamo assistito ad una crescita della professione che si è realizzata in un periodo piuttosto breve con modifiche radicali delle norme che disciplinano la formazione e l’esercizio professionale infermieristico.
Oggi l’assetto normativo italiano riconosce alla professione sia il suo specifico ambito di competenze, sia il suo ruolo centrale nel sistema organizzativo che nei percorsi formativi coerenti con l’esercizio professionale.
Per gli infermieri che lavorano in psichiatria o che, nella propria carriera, si trovano a dover gestire un’emergenza psichiatrica, nulla sembra essere più coinvolgente sul piano emotivo quanto l’intervento in situazioni di scompenso psicopatologico che rivestono caratteristiche d’urgenza. Infatti l’urgenza in psichiatria riguarda non solo condizioni cliniche che necessitano di trattamento immediato ma, nella maggior parte dei casi, anche circostanze complesse: sociali, famigliari, assistenziali, che investono la responsabilità degli operatori.
Oltre allo psichiatra, gli operatori principalmente coinvolti nelle urgenze sono proprio gli infermieri, i quali, peraltro, spesso sono coloro che meglio riescono ad entrare in rapporto con il paziente psichiatrico che, se non collaborante, può avvertire l’infermiere come meno minaccioso del medico, instaurando un più favorevole rapporto di reciprocità oltre a essere il primo professionista con cui il paziente si interfaccia.
La gestione dell’urgenza può richiedere non solo competenze tecniche, ma anche capacità di: gestione della frustrazione alla quale alcuni pazienti sottopongono gli operatori, contenimento delle istanze aggressive, coordinamento solidale fra gli operatori e assunzione di rischi.
Infatti, nel caso di interventi urgenti è necessario non solo effettuare una corretta valutazione clinica, ma anche valutare: il rischio che il paziente corre di nuocere a se stesso o ad altri, l’opportunità o meno di richiedere l’intervento delle autorità di Pubblica Sicurezza e ciò che potrebbe accadere nei tempi immediatamente successivi all’intervento stesso.
Una delle situazioni più frequenti che si trovano a dover affrontare gli operatori che si occupano di salute mentale, sono proprio gli impulsi aggressivi dei pazienti psicotici. I comportamenti aggressivi e violenti nelle patologie psichiatriche possono costituire un fattore d’aggravamento del quadro clinico comportamentale e di peggioramento della prognosi del disturbo di base, agendo su alcune variabili importanti, quali la compliance, i feedback relazionali spontanei e la possibilità di apprendere dall’esperienza comportamenti socialmente adattivi.
La buona volontà e la disponibilità individuale degli operatori, per non parlare di altre caratteristiche come il coraggio o l’esperienza, sono sempre utili e apprezzabili, ma non sono sufficienti per affrontare la presa in carico dei pazienti aggressivi e violenti in fase di emergenza. Purtroppo, non sempre si affronta un momento di emergenza del
paziente psichiatrico con una formazione adeguata.
Nonostante l’evoluzione normativa abbia portato molti cambiamenti e assunzioni di responsabilità, questo, di pari passo, non ha seguito una formazione di base mirata sul tema dell’urgenza psichiatrica. La letteratura internazionale riporta che nei programmi di Nursing d’emergenza negli Stati Uniti, nel 76% dei casi, non è contemplata una sezione per le emergenze psichiatriche.
In Italia la specializzazione in psichiatria viene riconosciuta tramite un corso post-base (Master di Primo Livello), che permette la specializzazione ma che, sul piano economico, ad oggi non viene riconosciuta.
Quindi, oltre a dover essere di appannaggio del singolo professionista, non porta poi un avanzamento di carriera o un riconoscimento economico del titolo.
Se si considera che, negli studi per diventare infermiere in Italia la disciplina della psichiatria (fino a circa 10 anni fa) rappresentava una materia facoltativa nel corso di diploma universitario, si capisce come, ancora oggi, molti professionisti abbiano conseguito il titolo con una formazione di base carente.
Oggi, molti professionisti acquisiscono le conoscenze di base solo tramite un corso integrato dove, non sempre, è presente la sezione delle urgenze e emergenze e, non sempre, gli studenti possono frequentare tirocinio in reparti psichiatrici.
Uno studio tedesco effettuato sugli studenti all’ultimo anno di studio in infermieristica riporta una scarsa conoscenza della psichiatria e ciò sembra imputabile non ad una mancanza di interesse da parte degli studenti ma ad una scarsa rilevanza attribuita nella programmazione del corso di studi.
Pertanto a cospetto della rilevanza delle emergenze psichiatriche nella pratica clinica della medicina d’emergenza non corrisponde un’offerta formativa soddisfacente e questo si ripercuote sia sull’assistenza ma anche sulla sicurezza che ogni professionista ha nel momento in cui si trova a gestirne una; tutto questo, unito a una carenza di protocolli aziendali specifici per la gestione dell’urgenza mette in serio rischio non solo il paziente ma anche il professionista.
L’analisi dei dati indica una maggior frequenza di valori elevati di carico emotivo nelle emergenze psichiatriche. Nella tesi emerge che gli argomenti di maggiore interesse per la formazione sono rappresentati dalle emergenze comportamentali come il paziente violento e aggressivo, l’utilizzo dei farmaci psichiatrici ma anche la comunicazione e la gestione emotiva della relazione con il paziente e i familiari.
La rilevanza attribuita a questi argomenti trova un riscontro anche negli studi presenti nella revisione.
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