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Teramo, paresi facciale per un’infermiera dopo il vaccino anti-Covid. Asl: “Nulla di grave”

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Teramo, paresi facciale per un'infermiera dopo il vaccino anti-Covid. Asl: "Nulla di grave"
Pharmacy Manager Shannon Baker prepares a syringe for the new COVID-19 vaccine to be administered to a Lifespan Health Care worker, Monday, Dec. 14, 2020, in Providence, R.I. (AP Photo/Elise Amendola)
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La donna ha manifestato una reazione avversa conosciuta come sindrome di Bell. E’ il secondo caso in Abruzzo.

Ricoverata per aver sviluppato una lieve paresi facciale, conosciuta tra gli addetti ai lavori come sindrome di Bell. E’ accaduto a un’infermiera abruzzese che ha ricevuto nei giorni scorsi la prima dose di vaccino Pfizer-BioNtech contro il coronavirus. Per Maurizio Brucchi, direttore sanitario e responsabile delle vaccinazioni dell’Asl Teramo, dove si è verificato il caso, non non ci sarebbe però nulla di cui preoccuparsi.

“C’è stata una reazione avversa, ma le sue condizioni sono buone – ha riferito Brucchi al Messaggero –. L’ infermiera sta bene e al momento è ricoverata nel reparto di Neurologia per fare degli accertamenti e una Tac. Il ricovero, pur se non necessario, è stato deciso solo a cercare di capire se la paresi è collegata al vaccino o solo una casualità e le cause fanno certe altrove”.

Il dirigente dell’Asl Teramo ha aggiunto: “Questo è il secondo caso di sindrome di Bell o leggera paresi facciale che si manifesta in Abruzzo su 9.429 vaccini eseguiti”. Il primo episodio di questo genere riguardava un operatore socio-sanitario dell’Aquila. “Non è nulla di importante e si risolve completamente con una cura nel giro di pochi giorni – ha sottolineato Brucchi –. Tutti i vaccini e i medicinali possono avere degli effetti collaterali. Che questo vaccino è sicuro lo dicono i numeri: su quasi 10mila persone sono due le reazioni avverse e di leggerissima entità”.

L’Azienda regionale si è comunque subito attivata per monitorare tale evento, che può essere considerato una concomitanza, e comunque provvederà ad attivare i flussi informativi verso le strutture di vigilanza nazionali. Casi analoghi sono stati segnalati anche nel Documento sul vaccino del 10 dicembre 2020 dell’americana Food and Drug Administration (Fda), che ha segnalato quattro persone vaccinate su oltre 43mila partecipanti allo studio.

Redazione Nurse Times

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