Svolgevano attività private spacciandole per lavoro: ipotesi di falso truffa e peculato.
Chiesto il rinvio a giudizio per l’utilizzo dell’autovettura di servizio dell’Asl di Taranto per scopi personali e per altre presunte irregolarità. La richiesta è stata avanzata ieri, davanti al gup del Tribunale di Taranto, Pompeo Carriere, dalla Procura della Repubblica del capoluogo ionico. L’8 maggio prossimo, quando il collegio di difesa avrà completato i propri interventi, il caso sarà definito dal giudice d’udienza. Tra le contestazioni che gravano a vario titolo a carico di dodici persone, anche il presunto allontanamento dalla sede dell’Azienda sanitaria, senza alcuna segnalazione dell’assenza, attraverso il badge marcatempo. Infine, la fruizione dei permessi sindacali per effettuare acquisti in negozi o centri commerciali.
Sono dunque variegate, e spalmate nel tempo, le accuse formulate dai sostituti procuratori della Repubblica del Tribunale di Taranto, Remo Epifani e Mariano Buccoliero, che avevano a suo tempo incriminato le dodici persone, fra dirigenti medici, infermieri e dipendenti della stessa azienda. Per la cronaca, gli imputati sono chiamati in causa per i reati di falso e truffa, a seconda delle specifiche circostanze. In qualche caso, con riferimento all’utilizzo dell’auto di servizio dell’Azienda sanitaria per scopi ritenuti meramente personali, la procura di Taranto ha contestato il reato di peculato.
L’inchiesta, che per la sostanza dei fatti contestati non aveva scoperchiato situazioni particolarmente eclatanti, era stata chiusa dal dottor Epifani con la canonica richiesta di rinvio a giudizio. A supporto delle contestazioni formulate, il pubblico ministero inquirente ha acquisito agli atti le indagini della polizia giudiziaria. Appostamenti, pedinamenti e scatti fotografici avrebbero testimoniato, nell’ambito del procedimento aperto dalla procura della Repubblica, le condotte dei dodici imputati: cinque uomini e sette donne.
Gli episodi incriminati si riferiscono a svariati periodi e sarebbero avvenuti nel 2014, allorché la Procura della Repubblica di Taranto diede vita a un’indagine su presunti casi di assenteismo nell’Azienda sanitaria. In ogni caso, la vicenda giudiziaria sarà definita dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Taranto, che, sulla base delle indicazioni dell’accusa e della difesa, dovrà verificare la sussistenza delle ipotesi di reato e, soprattutto, degli episodi ricostruiti dall’accusa pubblica.
Tra i casi relativamente più singolari, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, quelli dei dipendenti dell’Asl tarantina che erano chiamati all’attività esterna per assistenza domiciliare, ma che erano stati “pescati”, attraverso i pedinamenti, a effettuare acquisti nei vari esercizi commerciali del capoluogo e della provincia. Da segnalare, in ultima analisi, anche l’attività “sindacale” di taluni soggetti che, invece di occupare il tempo per i canonici incontri con i propri iscritti, venivano fotografati mentre sembrvano impegnati in tutt’altro.
Redazione Nurse Times
Fonte: Quotidiano di Puglia
Lascia un commento