Il Tar della Puglia ha accolto la richiesta di sospensione dell’ordinanza del presidente della Regionale che da fine ottobre ha disposto la chiusura di tutte le scuole ad esclusione di quelle dell’infanzia con un intervento più restrittivo rispetto a quello previsto dall’ultimo Dpcm. Il motivo principale è “l’inadeguatezza del sistema scolastico pugliese ad attivare subito la didattica a distanza”.
Gli studenti pugliesi delle scuole elementari e medie, quindi, devono tornare in classe. Lo ha deciso il Tar di Bari con un decreto monocratico non impugnabile.
La decisione di chiusura era stata presa dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco. L’ordinanza regionale sarebbe rimasta in vigore fino al 24 novembre. Ma “la chiusura delle scuole primarie in Puglia è un atto veramente ingiusto e ingiustificato” avevano denunciato i genitori delle famiglie.
Accolto adesso il ricorso al Tar del Coordinamento di genitori «La Scuola che vogliamo – Scuole diffuse in Puglia».
Dalla Regione si era in precedenza precisato che il presidente della Giunta, a richiesta dell’Uffcio Scolatico Regionale, era disponibile a consentire ai dirigenti degli istituti scolastici di aumentare la quota di didattica in presenza autorizzata fino a soddisfare le richieste delle famiglie, compatibilmente con le previsioni del nuovo Dpcm e sempre che le condizioni epidemiologiche lo consentano. Ma per l’associazione presidi della Puglia era assolutamente necessario ritirare l’ordinanza, “in quanto fortemente disallineata rispetto alle disposizioni governative”.
Il Tar (decreto 680, Terza sezione) ha osservato che “vi sono in Puglia molte scuole e molti studenti non sufficientemente attrezzati per la didattica digitale a distanza, di guisa che l’esecuzione del provvedimento impugnato si traduce in una sostanziale interruzione delle attività didattiche e dei servizi all’utenza scolastica”. D’altro canto, sempre secondo i giudici, “persino per le aree ad alta criticità (cosiddette “zone rosse”)” il Dpcm “prevede la didattica in presenza nelle scuole elementari“. A giustificare la sospensione urgente dell’ordinanza, secondo il giudice, è però “l’inadeguatezza del sistema scolastico pugliese ad attivare subito la didattica a distanza”.
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