La tamsulosina è un farmaco utilizzato nel trattamento dell’ostruzione urinaria associata all’ipertrofia prostatica.
È comunemente prescritta ai pazienti affetti da nefrolitiasi, in particolare quando il calcolo è in posizione distale.
Il razionale dell’impiego consiste nell’incrementare la probabilità di espulsione spontanea del calcolo, mediante il rilassamento la muscolatura liscia dell’uretere. In questo modo si minimizza l’assunzione di farmaci antidolorifici e la sofferenza algica.
Sono stati presi in esame 2 studi: uno della prestigiosa rivista The Lancet del 2015 e Bristish Journal of Medicine del 2016
Quello pubblicato su The Lancet nel 2015 non ha evidenziato differenze statisticamente significative tra il gruppo tamsulosina e il gruppo placebo, relativamente all’outcome primario (espulsione spontanea del calcolo a 14 giorni). I ricercatori non hanno tuttavia creato sottogruppi dividendo i pazienti in base alle dimensioni e alla posizione del calcolo, considerando l’assenza di chiare evidenze su una maggiore efficacia degli alfa litici nella calcolosi distale.
Sul Bristish Journal of Medicine nel 2016 trattasi di una meta-analisi pubblicata i cui dati sono stati elaborati dividendo i pazienti in due gruppi in base alle dimensioni del calcolo:
Outcome primario – espulsione spontanea del calcolo a 14 giorni
- Calcoli piccoli (< 5 mm): nessun beneficio
- Calcoli grandi (> 5 mm): modesto beneficio (RR = 1.57 (1.17 – 2.27))
Tale dato può essere interpretato alla luce del fatto che i calcoli di diametro inferiore a 5 mm vengono generalmente espulsi spontaneamente, a prescindere dall’”aiuto farmacologico”.
In conclusione il trattamento con tamsulosina non ha dimostrato di incrementare le espulsioni spontanee a 14 giorni.
CALABRESE Michele
Fonte:
www.equivalente.it
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