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Niente operazione senza tampone: paziente sporge denuncia. Asl Pescara: “Ci sono delle regole”

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Niente operazione senza tampone: paziente sporge denuncia. Asl Pescara: "Ci sono delle regole"
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L’associazione Avvocati Liberi United Lawyer, tramite l’avvocato Angelo Di Lorenzo, ha depositato presso la Procura di Pescara una denuncia relativa al caso dell’operazione chirurgica non eseguita su una donna che ha rifiutato il tampone Covid. Nella querela si parla di prestazione sanitaria negata, ipotizzando l’omissione di atti d’ufficio. I legali della paziente stanno anche valutando l’ipotesi di violenza privata.

Il fatto risale a un mese fa, quando la donna doveva sottoporsi a un intervento nel reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale. Sulla questione si è mossa la Regione Abruzzo, chiedendo una relazione dell’accaduto all’Asl Pescara. In particolare, ha domandato se fosse vero quanto denunciato dalla paziente e quale sia la pratica adottata negli ospedali per eseguire le operazioni chirurgiche. In altre parole, tutti i pazienti da operare devono obbligatoriamente sottoporsi a tampone Covid?

Una prima risposta è arrivata dal direttore medico Valterio Fortunato, che ha allegato una nota del 13 gennaio 2021 in cui la direzione sanitaria richiede il tampone faringeo a tutti i pazienti che devono accedere al blocco operatorio. Il tampone deve essere effettuato nelle 48 ore precedenti l’intervento.

A sostegno di questo approccio operativo la direzione sanitaria indica poi nella risposta la disposizione con la quale l’ex direttore sanitario pro-tempore Antonio Caponetti, il 22 agosto 2023, disponeva la necessità del tampone antigenico per i ricoveri ordinari. Inoltre “il ministero della Salute, con nota dell’8 settembre 2023, ha confermato l’effettuazione di test diagnostici per Sars-Covid in caso di accesso in pronto soccorso e per ricovero nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e residenziali”.

In definitiva, secondo questo nucleo di regole, devono effettuare il tampone tutti i pazienti che devono essere operati, ricoverati o che accedono al pronto soccorso. Tale presa di posizione, però, non convince le associazioni che difendono la donna.

“La questione è aperta – sostiene Franziska Elstner, presidente del sindacato D’Azione -. Il caso della signora ci rappresenta tutti. E’ una questione di riporistinoi del diritto, cioè superare la logica dell’emergenza”.

Così, invece, Nico Liberati, segretario generale del Comitato nazionale #DifesaMinori: “Fiducia nelle istituzioni, ma servono scelte autorevoli, e non autoritarie. Siamo certi che l’assessore Verì e il presidente Marsilio sapranno regolamentare gli accessi alle prestazioni, impedendo a chiccessia di compiere scelte arbitrarie”.

Redazione Nurse Times

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