Pregiatissima Presidente,
sono un Infermiere da tanti anni e svolgo la mia Professione nel contesto dell’emergenza-urgenza, come tutti i miei colleghi del resto, con passione, dedizione e tutta la professionalità che la formazione ricevuta e gli anni di esperienza mi consentono di dare.
Le scrivo in relazione al Suo intervento durante la trasmissione Tagadà dove, invitata dalla giornalista Panella, Lei è stata chiamata a colmare la sacrosanta ignoranza della giornalista stessa in materia di Triage di Pronto Soccorso.
Dico sacrosanta dato che la giornalista, oltre al ruolo che svolge in televisione, fa parte anche (per sua stessa ammissione) di quel folto numero di persone che hanno avuto la necessità di usufruire del servizio di Pronto Soccorso non capendone, non essendo professionista del settore, le dinamiche ed i modus operandi.
Con grande rammarico ho ascoltato le sue parole, i suoi “tecnicismi” ancora più incomprensibili alla popolazione ed il suo sterile tentativo di dare una risposta ad un cittadino che pone una semplice domanda (peraltro è una di quelle che quotidianamente viene poste dagli utenti di Pronto Soccorso che attendono da ore): “perché qualcuno passa prima di me?” che non è altro che la traduzione della vera domanda posta dalla Panella “una colica renale passa prima di un mal di testa, perché?”
Ora, si può simpatizzare od odiare la persona che si ha davanti, è umano, ma come Infermieri siamo chiamati a dare risposte chiare e comprensibili a chiunque in base al livello di conoscenze del nostro interlocutore, ed il barricarsi dietro a leggi, decreti, protocolli (citati ma mai analizzati in dettaglio) ed organizzazioni lavorative, non solo non ha risposto alla domanda che Le è stata posta ma, e soprattutto, ha creato ancora più confusione nei telespettatori e nella giornalista che di quei decreti, leggi e protocolli nulla o poco conoscono e nulla o poco ne cale, a loro interessa sapere come mai qualcuno viene visitato prima di loro in Pronto Soccorso.
Spettabile Presidente, avrebbe dovuto rispondere alla domanda della giornalista Panella (che le ricordo essere stata semplicissima “perché un mal di testa passa dopo una colica renale”) con una parola sola: DIPENDE.
Dopo aver fatto notare alla Panella che mal di testa e colica renale sono due cose diverse, la prima un sintomo, la seconda una diagnosi, avrebbe dovuto cogliere l’occasione per valorizzare il lavoro svolto dell’Infermiere di Triage parlando delle indagini che esso svolge prima di arrivare alla conclusione assegnando un codice colore di priorità d’accesso.
Le faccio qualche esempio:
MAL DI TESTA
- età del paziente
- presentazione del paziente (colorito, postura, diaforesi)
- irradiazione intensità del dolore
- durata dall’insorgenza
- descrizione del dolore stesso
- segni sintomi associati
- parametri vitali rilevati
- eventuale analgesia già presa al domicilio
- storia medica e terapia del paziente
Un mal di testa in un ventenne con parametri vitali stabili che nega traumatismi recenti o pregressi, che riferisce abuso di alcolici la sera prima, che non ha deficit posturali, di forza o di linguaggio, con pupille isocoriche e normoreagenti, senza nessuna comorbidità (e quindi senza nessuna terapia regolare), ovviamente aspetta di essere visitato da un medico dopo un dolore lancinante al fianco con associata disuria (ripeto, “colica renale” è una diagnosi e non il motivo per cui il paziente afferisce al PS, il motivo è addominalgia), ma se quello stesso mal di testa ce l’ha una persona di 60 anni, magari affetta da fibrillazione atriale ed in terapia anticoagulante, passa per prima a prescindere da quanto quella “colica renale” (ammesso che questa sia la diagnosi ma certamente è l’esempio riportato dalla Panella) sia dolorosa.
Oppure Lei avrebbe dovuto fare un elenco di “mal di testa” che passano prima di qualsiasi colica renale:
- mal di testa improvviso con disturbi visivi
- mal di testa improvviso con “segni di lato”
- mal di testa improvviso con afasia
- mal di testa improvviso con anisocoria
- mal di testa improvviso con alterazione importante di uno o più parametri
Invece no, invece si è tristemente lasciata sopraffare dal sarcasmo della giornalista che non ha perso occasione per sminuire l’importanza dell’Infermiere di Triage del processo assistenziale.
Stimatissima Presidente, non le scrivo per chiedere le Sue dimissioni, a quelle probabilmente starà già pensando Lei dopo aver dimostrato in diretta televisiva di non essere in grado di difendere la categoria che rappresenta, ma Le scrivo affinché Lei chieda scusa a tutti i 400 e passa mila infermieri che Lei rappresenta per l’occasione che ha perso per far capire al cittadino quanto sia importante la nostra categoria in generale e quanto cruciale sia un Infermiere di Pronto Soccorso quando effettua un Triage nel processo assistenziale.
Posso capire che il Pronto Soccorso e l’emergenza-urgenza non sia il suo campo di competenza primario, ci mancherebbe, nessun Infermiere è in grado di fare tutto perfettamente, allora perché non chiamare con Lei, a Suo supporto, un collega od una collega che il Pronto Soccorso lo vive tutti i giorni? Sono certo che non avrebbe fatto fatica a trovarne uno tra le centinaia di colleghi e colleghe che con professionalità, competenza e dedizione, passano le proprie giornate lavorative a decidere i vari codici di priorità, assumendosene, tra l’altro ogni responsabilità professionale.
Lei o chi per Lei avrebbe dovuto parlare di overcrowding dei Pronto Soccorso, Lei o chi per Lei avrebbe dovuto parlare del Triage entrandone nei dettagli e spiegando alla “giornalista” che in tutto il mondo il Triage è pratica infermieristica, avrebbe potuto parlare del nostro sistema, del Manchester Triage System usato nei Paesi anglosassoni, delle competenze avanzate e della prescrizione infermieristica.
Avrebbe potuto fare e dire tantissime cose, invece è rimasta in silenzio mentre la nostra Professione veniva ridicolizzata e sminuita mentre Lei, Distinta Presidente, si è lasciata sfuggire non un’occasione ma L’OCCASIONE (visto che in televisione gli infermieri sono invitati molto di rado) che avrebbe potuto cambiare per sempre la visione che il cittadino ha dell’Infermiere.
Resto in attesa di una Sua risposta.
Rispettosamente saluto e ringrazio del tempo concessomi.
Fabrizio Benatti
Infermiere
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