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Storie di infermieri. Paolo Deana l’angelo degli anziani

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Storie di infermieri. Paolo Deana l'angelo degli anziani
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POZZUOLO. Zugliano ha una risorsa, l’angelo degli anziani. È Paolo Deana, infermiere in pensione, volontario. Tutti lo conoscono: i medici di famiglia con cui è in stretto contatto, gli assistenti sociali, le organizzazioni sanitarie.

Ma soprattutto lo conoscono gli anziani del paese, le persone che non hanno parenti o conoscenti per le piccole e grandi difficoltà. Paolo sa come vivono e quali problemi affrontano le persone in età che vivono sole o altre che soffrono per i problemi più vari. Zugliano è diviso in due: la zona residenziale vicina a Udine, più dormitorio che paese, è un altro mondo rispetto al centro storico, dove i vecchi vivono in cortili enormi, un tempo abitati da decine di persone, ora quasi deserti e spesso fatiscenti. È in queste case che Deana spesso si trova ad entrare, chiamato dagli stessi anziani, o da parenti che non ce la fanno, o su segnalazione dei servizi.

Deana non ama mettersi in mostra: fa e basta, senza nulla chiedere. Ha 67 anni, da 10 in pensione. Ha lavorato in ospedale per 38, gli ultimi 23 in medicina d’urgenza. E la famiglia come prende il fatto che dall’alba a notte è in giro per assistenza gratuita, 365 giorni l’anno? “Mia moglie Clelia mi fa da segretaria”, dice. Ha un figlio, Mauro, infermiere laureato che lavora in Medica all’ospedale di Udine; la figlia Ilaria è educatrice a Gradisca.

Se gli si chiede quale è la più impellente necessità rilevata nella ventina ci casi seguiti risponde che è “la solitudine: l’anziano che vive solo ha bisogno di una parola, di qualcuno su cui fare affidamento. Mi vedono per strada e mi chiamano anche solo per parlare. Ma ci sono anche persone più giovani che per sofferenze non sempre fisiche si chiudono in casa, perdono ogni stimolo di vita. Le assistenti sociali del servizio pubblico hanno il loro da fare”.

Paolo è prezioso quando ci sono problemi di salute e non c’è l’opportunità di far arrivare in modo autonomo gli interessati alla struttura sanitaria. Lui provvede a iniezioni e prelievi (in base a una convenzione con l’azienda sanitaria, collabora anche al centro Balducci), va in farmacia, porta le persone in ospedale o in ambulatori e le riporta a casa, preleva vestiti di ricambio. Assiste i ricoverati soli, spesso li segue fino all’ultimo.

Cosa potrebbe fare di più il servizio sanitario? Deana indica la nuova struttura distrettuale di Zugliano, per ora semivuota: “C’è posto fra piano di sopra e palestra per una quindicina di anziani in residenza diurna. Si darebbe respiro alle famiglie”.

Massimo Randolfi

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