Nei giorni in cui ricorre il quarantesimo anniversario del primo trapianto di cuore eseguito in Italia una nuova frontiera è stata superata: il cuore da trapiantare viene tenuto battente non solo nella fase del trasporto, ma anche mentre viene impiantato nel ricevente. E’ quello che è avvenuto pochi giorni fa al Centro Trapianti di Cuore e di Polmone dell’ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino.
Incredibile ma vero: il cuore che poi sarebbe stato trapiantato nelle sale operatorie della Cardiochirurgia (diretta dal professor Mauro Rinaldi) ha ripreso a battere a 1.600 chilometri di distanza (la distanza tra Torino e Atene, dove si trovava la donatrice), e non è più stato fermato neanche durante il suo impianto nel torace del ricevente, per un totale di otto ore. Una vera rivoluzione, che permette di superare la barriera del tempo, perché il cuore è artificialmente perfuso durante tutte le fasi del trapianto (trasporto ed impianto), senza soffrire per l’ischemia legata alla mancanza di sangue (di solito l’organo ha un tempo massimo di ischemia di quattro ore per essere trapiantato).
Una donatrice greca in un ospedale di Atene viene segnalata dal Centro Nazionale Trapianti (diretto dal dottor Giuseppe Feltrin) e dal Centro Regionale Trapianti del Piemonte (diretto dal dottor Federico Genzano Besso) al Centro di Trapianto di Cuore della Città della Salute e della Scienza di Torino. Un’equipe prelievo delle Molinette, formata dalla dottoressa Erika Simonato, dal dottor Matteo Marro, dal professor Andrea Costamagna e dalla dottoressa Domitilla Di Lorenzo, partita da Torino nel tardo pomeriggio, raggiunge la Grecia con un jet privato.
A mezzanotte inizia il prelievo. Il cuore viene prelevato e, dopo essere stato alloggiato in una macchina che permette di ripristinare la sua perfusione durante il trasporto (OCS Heart, Transmedics), viene fatto ripartire. Il cuore ricomincia a battere nella macchina di perfusione ad Atene e trasportato in questo stato (battente) a Torino. Nel frattempo un paziente di 65 anni, affetto da una grave cardiomiopatia dilatativa post-infartuale e in attesa del trapianto da circa un anno, viene portato nella sala operatoria della Cardiochirurgia e preparato a ricevere il trapianto.
Il cuore arriva in sala operatoria battendo nella macchina di perfusione per circa sei ore. Il ricevente è in circolazione extracorporea e il suo vecchio cuore malandato è già stato espiantato. A differenza della pratica abituale, il cuore da trapiantare non viene fermato, ma viene collegato alla circolazione extracorporea che sta mantenendo in vita il paziente. In questo modo il cuore nuovo può essere staccato dalla macchina di perfusione usata per il trasporto, mantenendo la perfusione stessa e il battito cardiaco.
Il trapianto eseguito con successo dal professor Massimo Boffini, dal professor Antonino Loforte e dalla dottoressa Barbara Parrella, coadiuvati dall’anestesista dottoressa Rosetta Lobreglio, viene quindi condotto con il cuore che batte naturalmente, prima sorretto dalle mani dei chirurghi e infine nella sua posizione naturale, ovvero nel cavo pericardico del paziente. Il decorso post-trapianto si è svolto in maniera regolare e il paziente è stato trasferito dalla Terapia intensiva (coordinata dalla dottoressa Anna Trompeo) al reparto di degenza ordinaria della Cardiochirurgia dopo pochi giorni.
“La bravura dei nostri professionisti ha reso possibile questo intervento, che apre una nuova frontiera nei trapianti di cuore – ha dichiarato il direttore generale CDSS, Livio Tranchida -. Una storia a lieto fine che ancora una volta diventa esempio delle eccellenze della nostra Città della Salute e della Scienza a livello europeo, e del valore dei nostri operatori”.
Così Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte: “Una volta di più il Sistema Trapianti della Regione Piemonte si conferma ai vertici italiani ed europei, con un trapianto di cuore di eccezionale difficoltà tecnico-organizzativa. Ennesima conferma di quanto la CDSS meriti il ruolo di IRCCS Trapianti”.
Redazione Nurse Times
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