La pandemia sostenuta dal Covid-19 sta segnando irrimediabilmente la vita lavorativa e sociale di diversi professionisti della salute. Alcuni testimoniano ed esternano le proprie emozioni ed esternano i propri vissuti all’interno delle realtà lavorative.
È il caso di un Collega che ha deciso di descrivere con un genere di narrativa in prosa quella che è la vita all’interno di una Terapia Intensiva, lasciando ai lettori argomenti fertili per dibattiti .
Il romanzo, dal titolo “Dietro la Maschera”, è stato scritto da Pasquale Dente, con una connotazione che seppur opera di fantasia con riferimento a luoghi, oggetti, persone puramente casuale, delinea la reale ed inconfutabile realtà lavorativa all’interno delle Terapie Intensive italiane.
Di seguito la prefazione del Romanzo, curata da Francesca Ghiribelli:
“Dietro la maschera assume un titolo significativo in questo romanzo rappresentante la dolorosa vita che stiamo attraversando a causa del Coronavirus, conosciuto anche come Covid 19. Un virus letale che sta seminando morte in tutto il mondo. L’autore dedica a questo buio periodo esistenziale e mondiale una storia con protagonisti un gruppo di giovani, che si ritrovano appunto a vivere ogni giorno H24 dietro la maschera (la cosiddetta mascherina chirurgica che protegge prevenendo la trasmissione del virus). Protagonista è proprio Lucia, voce narrante a sua volta, che lavora come infermiera e descriverà appunto l’ambiente professionale con profonda autenticità.
Insieme a Lucia ci sono altri personaggi rappresentati da ragazzi, originari da varie parti della penisola, soprattutto del sud Italia, migrati al nord per cercare fortuna.
Il gruppo di amici protagonisti inizia a sentire il boom dinotizie sull’espandersi del virus quando è in vacanza in Egitto, per poi tornare a casa e vivere direttamente sulla propria pelle tale inferno. All’improvviso il mondo di tutti cambia, soprattutto quello delle nuove generazioni e degli attuali giovani, che dovranno sacrificarsi per rinunciare alla vita sociale, ai divertimenti e anche agli abitudinari gesti (carezze, abbracci, saluti, baci) tra amici e familiari. Mascherine, guanti e gel igienizzante diventeranno i continui compagni della vita di tutti i giorni.
Una prosa che si divide tra narrativa contemporanea, umana, introspettiva, esistenziale e psicologica e il genere medical romance, oggi molto in voga. Una vicenda che riprende episodi di vita vera nell’attuale situazione della pandemia con un messaggio morale per i giovani, oltre ad avere loro stessi come protagonisti.
Una trama che non ha niente di scontato o di banale, ma cela qualcosa di veramente significativo e sorprendente. Lo scrittore ha saputo analizzare le emozioni della protagonista Lucia, facendola diventare anche un po’ sé stesso, ma è riuscito a districarsi bene anche negli stati d’animo degli altri personaggi. Si percepisce subito che l’autore vive ogni giorno la sua professione d’infermiere nel reparto di terapia intensiva: il suo è un racconto vivido e toccante. Arricchisce il romanzo, però, anche di unlato ironico e divertente attraverso alcune battute relative alla complicità del gruppo di amici e alle telefonate tra Lucia e i suoi genitori. Una narrazione che mantiene l’equilibrio fra drammaticità quotidiana e il sorriso della gioventù.
Un finale inoltre che fa riflettere il lettore sui tanti temi attuali, esistenziali, sociali, culturali e religiosi. Un epilogo che sfiora una vena psico-crime contemporanea e per certi versi diabolica e agghiacciante”.
CALABRESE Michele
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