Roberto Speranza, nuovo ministro della Salute, ha già firmato una proposta di legge in tal senso per arginare il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario.
Presidi di polizia negli ospedali, qualifica di pubblici ufficiali a medici e infermieri. Sono state tante, in questi anni, le proposte per superare l’emergenza (che tale più non è, visto che dura ormai da troppi anni) delle aggressioni al personale sanitario nel Napoletano. In prefettura i tavoli sono stati tanti, così come gli incontri pubblici di ordini e sindacati e gli appelli di chi ogni giorno vive in “trincea”.
Qualcosa, però, ora potrebbe davvero cambiare. I cambiamenti legislativi tanto attesi da più parti potrebbero, con il nuovo Governo, essere realtà. La… speranza arriva dal nome fatto ieri dal premier Giuseppe Conte per il ministero della Salute: Roberto Speranza (foto), appunto. Già perché il rappresentate di Leu nel nuovo esecutivo giallo-rosso ha firmato nello scorso luglio la proposta di legge presentata alla Camera per l’attribuzione dello status di pubblici ufficiali a medici e infermieri. La prima firmataria della proposta, non a caso, era stata una campana: Michela Rostan.
D’altronde il tema è molto sentito in Regione. Tra gli altri firmatari, oltre al neo-ministro e altri esponenti di Liberi e Uguali, anche un rappresentate del Partito Democratico che di sanità ne sa tanto, visti gli anni di lavoro come medico: Paolo Siani. Insomma, i campani Siani e Rostan potrebbero farsi sponsor con il neoministro targato Leu (lo stesso gruppo della Rostan) per sottolineare l’emergenza delle aggressioni al personale sanitario a Napoli e in tutta la Campania.
Gli appelli degli ultimi anni per l’approvazione di questa legge, così come per i presidi di polizia negli ospedali e per un intervento che faccia superare la carenza di personale, potrebbero quantomeno ricevere un’attenzione maggiore. Quanto sarà realizzato nella realtà, poi, è tutto da vedere. Le richieste di un intervento legislativo si sprecano. Già nei giorni scorsi il direttore generale dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, aveva dichiarato al quotidiano Roma: «Chi si macchia di comportamenti aggressivi e violenti contro i professionisti della sanità deve essere punito. È necessaria la certezza della pena, altrimenti abbiamo le armi spuntate. Allo stato attuale, medici, infermieri e tutto il personale degli ospedali sono come punch ball contro cui scagliarsi, con la certezza di farla franca. L’Asl è pronta anche a costituirsi parte civile, così da sanzionare anche economicamente chi non sa stare in ospedale».
Ieri ancheCiro Carbone, presidente di Opi Napoli, ha chiesto un intervento al nuovo Governo: «Chiediamo al nuovo Esecutivo di intervenire subito con una legge a tutela degli infermieri, dei medici, degli operatori della sanità. Un provvedimento atteso da tempo e non più rimandabile, vista la recrudescenza degli attacchi e delle violenze nei luoghi di cura. Ai nuovi ministri della Salute e dell’Interno chiederemo che i luoghi di cura siano costantemente presidiati da forza dell’ordine per garantire le necessarie sicurezza e serenità per chi quotidianamente rischia l’incolumità per svolgere il proprio impegno di lavoro nel curare chi soffre e nel salvare vite umane».
Redazione Nurse Times
Fonte: Roma
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