Lo annuncia il governatore campano De Luca: “Trovati i 350 milioni di euro necessari”. Ma non mancano dubbi e polemiche.
Nonostante le polemiche e le perplessità che hanno fin qui accompagnato il progetto di un nuovo ospedale a Salerno, per affiancare l’ormai datato “Ruggi d’Aragona”, il governatore Vincenzo De Luca ha annunciato entusiasticamente: “Abbiamo fatto un altro miracolo, recuperando 350 milioni di euro per fare il nuovo ospedale di Salerno. Sarà bellissimo, l’ospedale più ecocompatibile e moderno d’Italia. Sarà un ospedale al servizio di tutta la Campania. È stato importante recuperare le risorse per avere il nuovo ospedale, altrimenti tra tre o quattro anni avremmo dovuto chiudere l’attuale ospedale Ruggi”.
Un doppio ospedale, quindi, nella città di Salerno: uno, l’attuale “ Ruggi d’Aragona”, da riconvertire e consegnare all’Asl Salerno; l’altro, quello annunciato da De Luca, che sorgerà a circa 500 metri dalla struttura già esistente. In via San Leonardo dovrebbero rimanere un ospedale con 80 posti letto e la nuova sede degli uffici amministrativi dell’Asl. La Torre cardiologica dovrebbe essere destinata ad attività intramoenia sia dell’Asl che dell’Azienda Ospedaliera Universitaria. Alcuni padiglioni dovrebbero essere trasformati in alloggi per gli studenti della facoltà di medicina.
Il nuovo complesso dovrebbe sorgere nell’area dell’ex Finmatica: un polo universitario con 716 posti letto. Molte critiche hanno finora accompagnato il progetto. Riusciranno, le parole trionfanti del governatore, a placarle? Meno di quattro anni fa ci fu l’inaugurazione, da parte dello stesso De Luca, del nuovo Pronto soccorso, costato 2 milioni e 800euro. È stato un buon affare per la sanità campana?
Un’altra domanda, poi, affolla le menti degli infermieri, degli operatori sanitari e degli utenti: non sarebbe stato più utile riversare questo fiume di euro nel potenziamento degli organici e nell’ammodernamento delle tecnologie? Non conosco le risposte: le leggeremo nelle pagine che scriverà il futuro. Per ora incrocio le dita, sperando che, finalmente, la sanità campana riesca ad abbandonare gli ultimi posti della classifica nazionale per qualità.
Massimo Arundine
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