Le testimonianze, raccolte in un video dal Gazzettino, degli infermieri in servizio durante le feste.
“Chi ha scelto una professione di questo tipo accetta la turnazione così come viene, senza chiedersi nè perché nè per come. Fa parte del gioco”. Parola dell’infermiere Andrea, che ai microfoni del Gazzettino ha raccontato cosa significhi lavorare durante le feste nelle sale Sores-Nue 112 Fvg (Friuli Venezia Giulia), dove gli operatori dell’emergenza rispondono alle richieste telefoniche di intervento.
“Nella notte di Natale non accade nulla di diverso rispetto agli altri giorni – prosegue -. Certo, c’è una componente emotiva che coinvolge le persone forse più sole. Oltre che per richiedere i nostri soliti interventi, come quelli per malori o incidenti stradali, spesso le persone si rivolgono a noi perché si sentono sole e hanno bisogno di compagnia. Il nostro ruolo è anche quello di far capire che c’è qualcuno con loro. E noi siamo con loro 24 ore su 24”.
Nessuno è lasciato a se stesso, dunque. Nemmeno in un momento critico come un parto in casa. Ascoltare per credere, la testimonianza di Alessandro, infermiere Sores da due anni: “Oltre che salvare vite, una delle esperienze più belle che mi sia capiatata è stata contribuire alla nascita di una nuova vita. Ricordo la telefonata ricevuta una notte da un uomo la cui moglie stava per partorire. Era troppo tardi per andare in ospedale, e allora ho guidato al telefono il futuro papà sulle manovre da eseguire per assistere il nascituro. L’emozione più forte è stata sentire il primo pianto del bimbo appena nato”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Gazzettino
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