Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindacato Nursind.
“La misura è colma. E il nodo pensioni è solo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Oltre al ricalcolo degli assegni previdenziali, sul quale restano blande le rassicurazioni del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, la manovra non dà le risposte che gli infermieri si aspettavano, neppure sul fronte delle risorse per il prossimo rinnovo del contratto di comparto”. Alla vigilia dello sciopero nazionale di 24 ore proclamato dal Nursind per domani 17 novembre, il segretario Andrea Bottega (foto) mette in fila le principali ragioni della protesta.
“In piazza – prosegue il segretario Nursind – ribadiremo il nostro no secco all’articolo 33 del Ddl Bilancio, che riguarda appunto il ricalcolo retributivo degli assegni previdenziali, di cui chiediamo l’abrogazione. Tutte le altre soluzioni cui il Governo sta pensando in questo momento, infatti, non fanno che accelerare la fuga degli infermieri. Un’ulteriore emorragia che davvero non possiamo permetterci”.
Ma è sul fronte delle risorse contrattuali che il sindacato è ancora più duro: “Sembra una farsa, e invece è tutto vero. Col risultato che ancora una volta la tanto attesa e sbandierata valorizzazione della professione resterà lettera morta. Del resto, dei 1.450 milioni di euro in dote al monte salari per il comparto sanità, secondo le nostre stime, circa 1.050 milioni serviranno solo a evitare riduzioni stipendiali. Ci chiediamo quale valorizzazione sarà possibile con 400 milioni, quando nel contratto 2022 alla specificità infermieristica sono stati assegnati 335 milioni di euro, pari soltanto a 73 euro lordi mensili”.
Ma il Nursind è sul piede di guerra soprattutto di fronte alla totale assenza di iniziative concrete da parte delle istituzioni per risolvere la drammatica carenza di personale: “Domani i cittadini toccheranno con mano il Ssn del futuro, con ospedali e territorio senza infermieri. La prospettiva purtroppo è proprio questa. La proposta di importarli, in particolare dall’India non risolve infatti il problema. Casomai, lo sposta in avanti. Col rischio che più tempo passa e più sarà difficile da una parte fermare gli abbandoni, tra licenziamenti e fughe all’estero, e dall’altra attrarre giovani. Che cosa ci propongono di strutturale?”.
Aggiunge Bottega: “Se davvero si vuole cominciare a risolvere la questione alla radice, e non in maniera spot, la strada è una soltanto: agire innanzitutto sulla leva economica, visto che i nostri stipendi sono i più bassi d’Europa, e dare finalmente maggiore autonomia agli infermieri nello svolgimento del loro lavoro. Proprio quello che ribadiremo in piazza, convinti che sia l’unico modo per cominciare a invertire il trend e a vedere i numeri crescere, dando così sollievo anche a chi è già in servizio nel Ssn, perché potrà sperare in una più equa distribuzione dei carichi professionali”.
Redazione Nurse Times
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