Durante una visita in Molise il ministro della Salute ha rilasciato dichiarazioni destinate a far discutere: “Studiamo un corso meno lungo per le professioni infermieristiche, per far sì che siano più facilmente ammesse nel Ssn”. Via libera generalizzato alla figura del super oss?
Nei giorni scorsi il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha toccato con mano la situazione della sanità molisana, recandosi in visita anche all’ospedale Cardarelli di Campobasso, dove ha colloquiato col personale.
Schillaci ha ribadito la “proficua la collaborazione con i parlamentari molisani”, aggiungendo: “Il Molise è una regione particolare, con una geografia complessa da tenere in considerazione. Quando il commissariamento dura anni e non produce risultati, evidentemente quello non è il percorso giusto. Credo che in Molise ci siano luci e ombre, come nel resto d’Italia. La luce, ovvero la parte migliore, è rappresentata dagli operatori sanitari, che meritano attenzione e devono essere gratificati. Accanto alla dotazione economica c’è bisogno di una riorganizzazione generale del sistema, che deve essere più moderno, stimolante, e che faccia sentire gli operatori partecipi di un progetto. Bisogna offrire delle prospettive”.
Sulla carenza del personale, poi, Schillaci ha detto: “Alcune specialità sono divenute meno attrattive, come la medicina di urgenza nei pronto soccorso. Chi opera nei pronto soccorso vedrà aumentata l’indennità per il lavoro usurante. Questi interventi sono sintomo di interesse per chi è in prima linea. Studiamo un corso meno lungo anche per le professioni infermieristiche, per far sì che siano più facilmente ammesse nel Ssn. L’altro capitolo riguarda la digitalizzazione vera sfida per la nostra sanità nei prossimi anni. È un capitolo importante. La scorsa settimana c’è stato il via libera al fascicolo elettronico da parte del Garante della privacy, primo tassello verso la sanità del futuro”.
Sempre Schillaci: “Accanto al potenziamento della medicina del territorio e alla digitalizzazione, stiamo lavorando per una riforma della medicina generale in termini di formazione. Investiamo 3 miliardi e mezzo in più per la sanità e abbiamo intenzione di difendere la sanità pubblica. Oltre a un problema di quantità, è anche questione di qualità. C’è bisogno di attenzione a come questi fondi pubblici devono essere impiegati. Ci sono alcune Regioni che non spendono i fondi dedicati per abbattimento liste di attesa. Ci vuole attenzione!”.
Redazione Nurse Times
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