Tra i 6 voti contrari anche quello dell’esponente del Pd (il partito del Governatore), Paolo Campo. Si dimette il presidente della Commissione, Giuseppe Romano. Il provvedimento potrebbe essere comunque portato in Consiglio regionale, ma resto il dato politico di una maggioranza di centro sinistra lacerata
BARI – Il piano di riordino ospedaliero pugliese viene nuovamente bocciato in Commissione sanità, ma questa volta lo schiaffo per la maggioranza di centro sinistra e per il presidente, Michele Emiliano, fa male. Perché se è vero che il voto della Commissione non è vincolante e quindi il governo pugliese potrebbe andare avanti sulla strada del riordino portando la delibera in Consiglio, è altrettanto vero che si tratta di una batosta per la maggioranza che sostiene Emiliano.
E’ la seconda volta che il piano di riordino ospedaliero viene bocciato in Commissone, ma in questo caso al “no” annunciato del consigliere Cosimo Borraccino del gruppo “Noi a sinistra” si è aggiunto il voto contrario di Paolo Campo, esponente del Pd il partito del governatore.
Uno smacco, insomma, uno schiaffo sonoro che ha prodotto quei 6 voti contrari (rispetto ai cinque favorevoli) che affossa (politicamente) il piano di riordino. Le prima conseguenza all’esito dei lavori della terza Commissione è altrettanto dirompente, con le dimissioni immediate del presidente Giuseppe Romano (anche lui esponente del Pd). Oltre a Borraccino e Campo, a bocciare il piano di riordino sono stati i voti dei consiglieri Mario Conca e Marco Galante del Movimento 5 Stelle, Nino Marmo di Forza Italia e Luigi Manca di Conservatori e Riformisti.
La seduta della terza Commissione si era aperta con l’illustrazione, da parte del neo direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Giancarlo Ruscitti, del piano operativo per arrivare ai livelli essenziali di assistenza (LEA) recentemente aggiornati, sino agli atti aziendali da approvare da parte di ciascun direttore generale con l’imprimatur dello stesso Dipartimento Salute e con l’impegno, da parte di Ruscitti, ad incontrare i direttori generali e i sindaci per possibili aggiustamenti del piano di riordino ospedaliero. Ma, evidentemente, tutto questo non è stato sufficiente per evitare la bocciatura da parte della Commissione.
Immediate sono state anche le reazioni politiche: “Non è il presidente della Commissione, Romano, a doversi dimettere, ma l’assessore alla Sanità, Emiliano” dichiarano all’unisono i consiglieri regionali di Cor, Ignazio Zullo, Erio Congedo, Luigi Manca, Francesco Ventola e Renato Perrini. “Il Piano di riordino ospedaliero viene per la seconda volta sonoramente bocciato dai consiglieri regionali. Una bocciatura trasversale che dimostra come la nostra opposizione non fosse strumentale e preconcetta. I colleghi Borraccino e Campo danno forza alla nostra azione dimostrando che questo Piano di riordino non è di centrosinistra o di centrodestra: è un provvedimento che deve migliorare la Salute dei pugliesi”.
“Ci siamo presentati con ben 16 proposte emendative per cercare di risolvere almeno le criticità macroscopiche, – sottolinea il consigliere Cosimo Borraccino – sollecitate a viva voce in primis dai cittadini e poi dagli operatori del settore, dalle associazioni di categoria, dai sindacati. Il nostro voto si è confermato contrario, innanzitutto per la decisione di chiudere otto ospedali in tutta la regione. Si rinunciava senza nessuna logica, senza alcuna sensibilità, ad oltre 1000 posti letto in totale in tutta la Puglia. Tutto ciò a danno soprattutto delle province di Taranto, Brindisi e Lecce, territori carichi di criticità ma che presentano anche un richiamo turistico rilevante per la nostra regione e di cui dobbiamo andare fieri. Avevamo inoltre proposto – prosegue l’esponente di “Noi a Sinistra” – di lasciare invariata la Neurochirurgia del “Di Venere” di Bari, il Presidio Ospedaliero di Molfetta, i reparti funzionanti dell’Ospedale di Triggiano e di quello di Casarano, senza dimenticare il nostro ribadito no alla chiusura degli Ospedali di Grottaglie e di quello di Trani. Abbiamo ragione quando diciamo che è più appropriato intervenire sulla sanità privata che dovrebbe funzionare più con le proprie risorse e non con quelle pubbliche”.
“E’ nato male il piano di riordino ospedaliero – sentenzia il presidente del gruppo Area Popolare, Giannicola De Leonardis -. Nato senza un vero e necessario confronto preliminare con tutti gli attori, istituzionali e non, interessati”.
Salvatore Petrarolo
Foto: web
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