La Cassazione ha fissato in 116mila euro l’ammontare della somma che il camice bianco dovrà versare ai genitori.
Per il bimbo deve essere un po’ come avere uno zio d’America. A pagare per farlo crescere e studiare non è papà, ma il medico che, sbagliando contraccettivo, fece sì che mamma lo mettesse al mondo. Infatti la donna, che non voleva, rimase incinta e ora la Cassazione ha condannato il camice bianco a pagare 116mila euro per il mantenimento del bambino, che nel frattempo ha già dieci anni.
All’epoca la sua futura madre si era rivolta al medico di base, chiedendo la prescrizione di un anticoncezionale e spiegando che la sua situazione famigliare e patrimoniale non le consentiva di avere una gravidanza, anche perché il suo compagno aveva seri problemi di salute. Quando si scoprì incinta, rimase dunque molto sorpresa. Un po’ meno dopo che alla Asl le spiegarono che il cerotto da lei utilizzato, confidando nel consiglio del medico, era in realtà un farmaco per la terapia ormonale delle donne in menopausa. Così la coppia citò in giudizio il medico di base “per danni da nascita indesiderata per aver prescritto un farmaco non adatto alla contraccezione”.
Già nel 2014 il Tribunale di Milano diede ragione ai genitori, con una sentenza confermata poi dalla Corte d’appello e ora dai giudici romani. Questi ultimi hanno però riaperto la possibilità che tocchi non al medico personalmente, bensì all’assicurazione che aveva sottoscritto, l’onere di versare i 116mila e rotti euro per il mantenimento del bambino. Secondo loro, comunque, è proprio il medico, con il suo errore, che ha impedito alla donna di “decidere con il proprio compagno se mettere o meno al mondo un bambino”. E dunque, in quanto responsabile di quella nascita non voluta deve provvedere al “risarcimento del danno patrimoniale, rappresentato dalle spese per il mantenimento del minore”.
Una soluzione giudiziaria non inedita, dal momento che su questo tema già nel 2015 si è pronunciata la Cassazione a sezioni unite. E ancora in precedenza i giudici avevano stabilito che il risarcimento da parte del medico per gravidanza indesiderata, spetta non solo alla madre, ma pure al padre, che per effetto dell’errore diventa genitore quasi a sua insaputa, con relative spese.
Papà e mamma, invece, non hanno ottenuto ragione dai tribunali sulla richiesta di danno non patrimoniale, quello che va oltre le semplici spese per far diventare grande il bambino. Si sono limitati a far presente in modo generico che quella nascita aveva stravolto le loro vite. Ma per i giudici avrebbero dovuto elencare con più precisione tutte le loro rinunce.
Redazione Nurse Times
Fonte: Quotidiano Nazionale
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