Al Sant’Orsola di Bologna delocalizzati 450 posti letto. “Significa smantellare l’ospedale” denuncia il sindacato.
“Con la scusa del covid – spiega Antonella Rodigliano, segretaria del sindacato degli infermieri Nursind Bologna – ci hanno detto che l’ospedale, essendo vecchio e strutturato a padiglioni, deve essere messo a norma. Ma riteniamo sia una mezza verità e che dietro, piuttosto, ci sia un progetto politico a noi oscuro. Basti pensare che abbiamo tanti padiglioni nuovi, costruiti negli anni duemila, che sono vuoti”.
La Rodigliano è stata intervistata dall’agenzia di stampa Dire (lo riporta anche la Repubblica) in merito al piano di riorganizzazione del policlinico Sant’Orsola di Bologna dopo l’emergenza covid-19.
Il segretario aziendale e regionale del sindacato dei medici Cimo, Eugenio Cosentino, ritiene che ragioni politiche, più che pratiche, siano alla base della decisione. La delocalizzazione comporta “un taglio indiscriminato di personale” denuncia Cosentino.
“Quello che chiediamo è di rimodulare la possibilità di utilizzarli. Molti reparti, penso per esempio al padiglione 27 o 28, sono nuovi e a norma, con stanze da due posti letto e bagno all’interno” aggiunge Cosentino.
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