Il Sant’Anna cerca infermieri ma nessuno si presenta ma siamo sicuri che sia andata così?
A disposizione 25 posti: “Abbiamo contattato molte persone, ma abbiamo ricevuto soltanto rifiuti”
La notizia apparsa oggi su diverse testate giornalistiche locali pare essere tanto insolita quanto incredibile. Secondo il direttore generale Marco Onofri, nonostante la crisi occupazionale che affligge migliaia di infermieri neolaureati, disoccupati e precari, la struttura di San Fermo non riuscirebbe a trovare nessun infermiere disposto a lavorare.
“C’è una carenza di personale infermieristico – prosegue Onofri -. Ci sono 25 posti di lavoro a tempo indeterminato che sono vacanti; speravamo di poter accedere alle graduatorie per accorciare i tempi di assunzione, ma abbiamo contattato diverse persone e abbiamo ottenuto solo rifiuti. Attualmente ci sono solo due richieste di mobilità da Lecco, ma con la nuova normativa il trasferimento deve ottenere l’ok della struttura in uscita quindi è tutto ancora incerto. A questo punto faremo un concorso».
Possono sembrare davvero dichiarazioni insensate e irrispettose nei confronti delle migliaia di professionisti costretti a lavorare con partite IVA forzate in cambio di una paga oraria di € 3.50/ora, retribuiti con ticket restaurant o buoni benzina.
In qualsiasi concorso pubblico che mette a disposizione un solo posto di lavoro presenziano oltre 16.000 candidati mentre la direzione del Sant’Anna non riesce a trovare nessuno?
Considerato che non vengono organizzati concorsi da 5 anni e che la mobilità appare irraggiungibile per chiunque, tali affermazioni appaiono davvero tendenziose. Secondo alcuni infermieri intervistati la strategia in questione sarebbe mirata a screditare la categoria professionale di fronte all’opinione pubblica per poter applicare condizioni lavorative peggiori soprattutto al personale che in tale nosocomio è assunto tramite cooperativa e che già risulta essere sottopagato e costretto a frequenti doppi turni.
Tali dichiarazioni potrebbero essere finalizzate a far passare gli infermieri come esseri avidi e sfaticati, che preferiscono non lavorare piuttosto che accettare la richiesta disperata dell’ospedale di Como.
Potrebbe anche essere una strategia di marketing in previsione di un imminente concorso pubblico per ottenere più partecipanti possibili e rimpinguare le casse interne dell’ospedale con la famigerata tassa di € 10,00 che moltiplicata per 16.000 candidati andrebbe a creare un gran bel bottino?
L’interrogativo in questi casi è d’obbligo…attendiamo con ansia le numerose testimonianze di tutti gli infermieri contattati dalla direzione ospedaliera per sapere per quale motivo abbiano rifiutato un contratto di lavoro.
Simone Gussoni
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