In cambio di denaro, i sanitari compiacenti rilasciavano fittizi certificati di pronto soccorso. Un giro d’affari di circa 800mila euro.
Ben 46 persone rischiano di finire sotto processo dopo la chiusura delle indagini disposta da Marina Mannu, pubblico ministero del Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Si tratta di medici, avvocati e faccendieri che avrebbero fatto rete per truffare le compagnie assicurative, simulando falsi incidenti per ottenere indennizzi. Il giro d’affari si aggira intorno agli 800mila euro.
L’organizzazione operava anche attraverso stabili referenti che impartivano direttive e raccoglievano la documentazione necessaria per avviare le pratiche di risarcimento tramite studi legali. Gli organizzatori dei falsi sinistri stradali individuavano e reclutavano le parti da inserire di volta in volta nelle fittizie attestazioni di incidente. Medici compiacenti, in cambio di somme variabili tra i 160 e i 170 euro (in base all’entità delle presunte lesioni riportate), redigevano e rilasciavano poi fittizi certificati di pronto soccorso, integrati da ecografie e lastre radiografiche, per rafforzare il convincimento del perito o funzionario assicurativo di turno.
Redazione Nurse Times
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