Il Direttore del Dipartimento Promozione della Salute dott. Giovanni Gorgoni annuncia attraverso il suo profilo facebook una vera e propria svolta decisiva nella sanità pugliese con interventi importanti di spesa pubblica attraverso l’utilizzo di Fondi Europei di Sviluppo Regionale (FESR) a favore dell’assistenza sul territorio e della cronicità. Nella conferenza stampa però nessun accenno alle dotazioni organiche e al fabbisogno del personale infermieristico, in attesa del concorsone regionale.
A fronte dell’attivazione di nuovi servizi annunciati sarà importante il ruolo strategico degli infermieri sul territorio come hanno già evidenziato e attuato le altre regioni d’Italia, qual è la strategia pugliese?
O si vuole continuare con le cooperative che sottopagano il lavoro infermieristico come evidenziato nel nostro articolo del 5 agosto 2015? (VEDI)
Il Direttore entusiasta commenta così sul suo profilo facebook:
“400 milioni di euro su quattro direttrici: “Dall’ospedale al territorio”, “La casa per la domanda non autosufficiente”, “Aggiornamento della cassetta degli attrezzi”, “Il bisogno lontano e la sanità vicina”.
Così, tra ospedali riconvertiti, case della salute, degenze territoriali, nuovi strumenti diagnostici e telemedicina riparte il territorio. La scorsa volta il denaro assegnato dall’Europa era praticamente la metà ma la capacità di spesa dispiegata da pochi operatori delle aziende sanitarie e degli uffici regionali hanno convinto Bruxelles ad allargare i cordoni della borsa.
Siete un “priscio”! Potrei ringraziarli nominalmente ma dimenticherei qualcuno. Gli interessati lo sanno che siamo grati e…fieri. Anche per le performance future”.
Ma entriamo nel dettaglio, con alcuni dati rivelati nell’odierna conferenza stampa tenuta dal presidente Emiliano, l’assessore regionale al Welfare Salvatore Negro, il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia Giovanni Gorgoni e i direttori generali delle sei Asl pugliesi.
Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano presenta il piano di investimenti (programmazione 2014/2020) di Fondi europei (FESR), per un totale di 404 milioni di euro, che permetterà alla Regione Puglia di sostenere il miglioramento e il potenziamento dei servizi di assistenza e cura extraospedalieri.
La prima fase, avviata già a fine dicembre per una ricognizione dei fabbisogni, in sintonia con gli organi tecnici dell’Assessorato al Welfare e del Dipartimento Salute, le Direzioni generali delle Asl e le are tecniche, ha consentito l’individuazione di 139 progetti, di cui 66 hanno una priorità alta e ammontano a più di 230 milioni di euro, 52 sono stati definiti con una priorità media e ammontano a circa 200 milioni di euro e 21 hanno una priorità bassa e si assestano sui 60 milioni di euro.
“Quello che presentiamo oggi dunque, in connessione con il piano di riordino ospedaliero – ha aggiunto Emiliano – è il vero punto di svolta della sanità pugliese che consiste nel riequilibrare il sistema, in molti casi ancora molto ospedalocentrico, sul territorio. Ciò si rende necessario non solo perchè questa è una regola che deriva da un migliore trattamento delle patologie, e quindi dall’interesse del cittadino, ma soprattutto perchè questo ci consente di abbassare la nostra spesa sanitaria. Noi spendiamo di più per un cittadino malato che non per un cittadino sano. Quando accade questo, vuol dire che sei organizzato male. E non solo in Puglia, ma in Italia. Il Servizio Sanitario Nazionale infatti negli anni è diventato il più potente meccanismo, distorto, di spesa pubblica. Tornare indietro e disincrostare questo sistema è un obiettivo che si può realizzare, dal nostro punto di vista, con questo processo cui stiamo lavorando e che comprende, tra le altre cose, investimenti in tecnologia, per esempio poter curare le persone da casa e monitorarle, o avere la possibilità di prevenire le malattie cardiologiche e gestire gli scompensi cardiaci”.
Per Emiliano è necessario dunque che nel piano di riordino ci sia una inversione di tendenza con una vocazione al sociosanitario e al territorio molto più spiccata rispetto al passato.
“Con questa importante dotazione finanziaria – ha aggiunto Salvatore Negro, assessore regionale al Welfare – tendiamo ad implementare soprattutto i servizi sul territorio, i servizi sociosanitari, ma cerchiamo anche di dare attuazione a quanto previsto dal piano di rientro già nel 2010, cioè la riconversione delle strutture ospedaliere dismesse. E’ un impegno preso da questo governo e dal Presidente Emiliano che oggi mostra la sua concretezza. Abbiamo detto ai direttori generali che nei prossimi 90/120 giorni dovranno essere avviati i cantieri”.
Note sui progetti
I progetti finanziati con fondi Fesr dovranno essere funzionali al completamento del piano di riconversione dei presidi ospedalieri dismessi e saranno quindi utilizzati per la realizzazione di nuove strutture sanitarie territoriali, poliambulatori specialistici, consultori, strutture dei dipartimenti territoriali (prevenzione, salute mentale, dipendenze patologiche e riabilitazione).
Tra le direttive strategiche ci sono inoltre il sostegno alla interventi di riconversione di immobili per la realizzazione di strutture extraospedaliere per le cure intensive per anziani gravemente insufficienti, per le cure palliative a pazienti oncologici e malati terminali, per la riabilitazione.
I progetti finanziati con fondi Fesr prevedono anche il potenziamento delle dotazioni tecnologiche dei distretti socio-sanitari per il sostegno alla specialistica ambulatoriale e includono obiettivi di sviluppo della telemedicina per l’integrazione dei servizi ospedale-territorio.
Nella fase di ricognizione dei fabbisogni e di individuazione delle progettualità da cantierizzare è stata prevista una scala di priorità (alta, media e bassa) che consentirà di avviare subito gli interventi immediatamente cantierabili (entro 90 giorni) e in fasi successive quelli che necessitano di una fase di progettazione.
In particolare, sulla base della ricognizione effettuata fino a questo momento e che potrà subire lievi modifiche, i progetti a priorità alta sono così distribuiti: 20 nella Asl Foggia, 15 nella Asl Bari, 5 nella Asl Taranto, 9 nella Asl Brindisi, 7 nella Asl Lecce e 10 nella Asl Bt.
I progetti a priorità media invece sono così distribuiti: 8 nella Al Foggia, 16 nella Asl Bari, 2 nella Asl Taranto, 6 nella Asl Brindisi, 10 nella Asl Lecce e 10 nella Asl Bt.
Giuseppe Papagni
In allegato un primo piano di investimenti ripartito per Asl
Lascia un commento