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Sanità italiana, Giulia Grillo a tutto campo

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Sanità italiana, Giulia Grillo a tutto campo
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In un’intervista rilasciata al Messaggero il ministro della Salute ha detto la sua sui temi più caldi.

Il regionalismo differenziato risponde alle richieste di alcune Regioni che hanno denunciato una mancanza di buon governo a livello centrale, ma non saranno consentiti squilibri tra Nord e Sud. Il tetto di spesa per il personale sanitario sarà superato. Stretta, poi, a Regioni e direttori generali sulle liste d’attesa. Auspicato il via libera per la proposta di legge sull’eutanasia incardinata alla Camera presso le Commissioni Giustizia e Affari sociali. Questi, in sintesi, i punti sui quali Giulia Grillo ha posto l’accento in un’intervista al Messaggero. Vediamo nel dettaglio le dichiarazioni rilasciate dal ministro della Salute.

Regionalismo differenziato
“Come ha detto il presidente Conte, al di là delle intese con le Regioni richiedenti, rimarranno invariate le risorse allocate dallo Stato nelle altre Regioni. Quello che posso dire è che alcune richieste che hanno avanzato alcune regioni sulle autonomie sono richieste che in realtà denunciano quella che è stata una mancanza di buon governo a livello centrale. Ora stiamo provando a invertire la rotta”.

Proposte di differenziazione degli stipendi dei medici
“Non mi vedrete mai schierata contro forme di valorizzazione della professionalità dei nostri medici. Se alcune Regioni possono gratificare meglio la grande professionalità dei nostri medici le altre dovranno prendere esempio, combattendo sprechi e inefficienze per investire sui servizi e sul capitale umano”.

Stop alle autonomie sulla farmaceutica
“Parliamo ormai di una materia essenzialmente europea, visto il ruolo svolto anche dall’agenzia europea del farmaco. Quindi in questo campo ormai ci si muove verso modelli di uniformità su scala continentale, figuriamoci se non dovremo comunque assicurare una uniformità nazionale”.

Nessun divario Nord-Sud
“Vi assicuro che nel percorso che porteremo avanti non è assolutamente in agenda l’ipotesi di aumentare questo divario che già esiste, e non per colpa nostra. Noi le disuguaglianze le combattiamo. Noi lavoriamo per questo, per uniformare il livello dei servizi nella nostra penisola, e accorciare il divario fra Nord e Sud, come dimostrano anche le storiche misure sulle liste d’attesa. Bisognerebbe invece chiedere conto alla classe politica che ha governato e amministrato negli ultimi decenni del divario fra le due aree del Paese”.

Stretta sulle liste d’attesa
“Le Regioni e i direttori generali da loro scelti dovranno rendere conto quando non raggiungeranno questo obiettivo. Ricordiamo che comunque i lunghi tempi d’attesa rappresentano, insieme al superticket, la principale causa di riduzione di accesso alle prestazioni da parte dei cittadini. Noi investiamo 350 milioni che avranno un impatto diretto sulla vita dei cittadini che accedono al sistema sanitario. Saremo intransigenti e chi non volta pagina dovrà risponderne”.

Via il tetto di spesa per il personale
“In Italia in campo sanitario abbiamo un numero inferiore di infermieri rispetto ad altri Paesi europei. Abbiamo un’età media avanzata e una carenza di medici nelle aree specialistiche. Per questo abbiamo investito sulle borse di studio per la specializzazione dei giovani medici, non siamo certo rimasti a guardare. È chiaro che ci sono delle aree più deficitarie. Io per prima ho promesso la rimozione del tetto sull’assunzione del personale”.

Dubbi sul superamento del commissariamento nel Lazio
“Lasciamo fare ai responsabili dei tavoli di monitoraggio il loro lavoro. Certo, quando leggo nei verbali che il Lazio è l’unica Regione che da anni ha un fondo di dotazione negativo per circa un miliardo, qualche domanda me la pongo. Le liste sono chiaramente un indicatore importante dello stato di salute in una regione, ma non sono un fattore dirimente nel commissariamento”.

Eutanasia
“Secondo me, quella sull’eutanasia è una legge di civiltà, e quindi mi auguro si raggiunga l’obiettivo in questa legislatura”.

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Messaggero

 

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