Servirebbero 65 miliardi per una riorganizzazione nel segno dei servizi territoriali.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza sta lavorando da mesi a un piano organico da 65 miliardi, che coprirebbe un arco di dieci anni e andrebbe finanziato parzialmente dal Recovery Fund (e forse dal Mes). L’obiettivo è trasformare l’emergenza Covid in un’opportunità, modificando l’organizzazione sanitaria nel segno dei servizi territoriali.
Il documento si chiama “Proposta di Piano sanitario Riforma e Resilienza”, e la versione 34, che contiene 23 progetti e slide, è stata inviata ieri al ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola, per avviare un iter di confronto con le Regioni e in Consiglio dei ministri, in vista di un approdo finale in Europa.
Da mesi il ministero della Salute lavora a un modello di sanità circolare, nel quale il cittadino sarà preso in carico dal sistema, gli ospedali saranno solo per pazienti gravi e i dati saranno messi in rete. Un progetto ambizioso, del valore di 25-30 miliardi da destinare alla medicina territoriale, e con altrettanti fondi per un piano decennale di ammodernamento degli ospedali.
Su questi stanziamenti si giocherà una partita delicata, se è vero che solo l’altro giorno il premier Giuseppe Conte ha stimato in soli 9 miliardi i fondi europei destinati alla sanità nel Recovery Plan, ai quali si aggiungono i 4 miliardi del bilancio ordinario.
Redazione Nurse Times
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