Gli impegni assunti dai candidati che hanno vinto le elezioni nelle sei Regioni interessate dal voto.
Le elezioni sono ormai alle spalle e, in questo monmento così delicato per la vita del Paese, assumono grande importanza i programmi in tema di sanità dei governatori eletti nelle sei Regioni interessate dalle consultazioni. Vediamoli di seguito.
Vincenzo De Luca (Campania)
Nel programma si ricorda come l’uscita dal commissariamento e l’approvazione della nuova rete ospedaliera “hanno anche comportato la possibilità, per la sanità regionale, di riprendere in maniera decisa ed efficace la leva delle politiche di reclutamento finalizzate al potenziamento del servizio sanitario campano. nei prossimi anni dovranno essere assunte altre 12mila unità di personale, al fine di garantire il percorso di miglioramento qualitativo e quantitativo della sanità regionale”.
Le priorità che si intendono perseguire in materia di medicina del territorio sono:
– Dare un forte impulso al processo di rafforzamento dell’assistenza sanitaria del territorio per permettere di superare il modello di una sanità ospedale-centrica e avviare i processi assistenziali verso una vera e propria de-ospedalizzazione e una umanizzazione del sistema sanitario
– Favorire il passaggio dall’attuale assistenza territoriale ad una medicina di prossimità, ossia sempre più vicina al cittadino, in quanto i trend epidemiologici ci dicono che saranno sempre più numerosi i pazienti fragili, anziani, cronici e pluri patologici.
– Fornire ai nostri cittadini un vero e proprio servizio di civiltà, oltre che sanitario, direttamente nel proprio ambiente sociale, senza costringere il paziente a percorsi gravosi per lui, per i suoi cari e per la comunità.
– Ripensare e reinterpretare il rafforzamento dell’attività territoriale affinché la contestuale azione di riqualificazione della rete ospedaliera possa consentire il superamento dei limiti organizzativi delle attuali strutture ospedaliere (si vedano ad esempio gli iperafflussi in pronto soccorso).
– Potenziare la capacità di diagnosi e di prevenzione, affinché possano essere affrontate in maniera sistemica le malattie non trasmissibili come il cancro, le malattie cardiovascolari, le malattie respiratorie croniche o il diabete. Infatti la capacità di potenziare la diagnostica e la prevenzione delle malattie più comuni, ma anche fortemente impattanti sulle persone, rappresenta una delle maggiori sfide per il sistema sanitario regionale che potrebbe in questo modo abbattere costi sociali ed economici considerevoli. Per questo si continuerà ad investire in prevenzione (compresi screening e diagnosi precoce) e programmi di promozione della salute, compreso lo sviluppo e la diffusione di innovazioni che consentano di spostare rapidamente conoscenze e competenze mediche, riducendo l’esigenza di spostamento dei pazienti. Anche l’istituzione di laboratori di riferimento e centri di eccellenza potranno contribuire a dare risposte strutturali efficaci a un segmento di malattie fortemente impattante sul sistema sanitario regionale.
Giovanni Toti (Liguria)
– Adozione sistema sanitario Hub and Spoke: ossia una rete composta da un ospedale per Provincia, dotato di servizio di elisoccorso, e presenza di Case della Salute distribuite sul territorio, per garantire parità di servizi in termini di qualità e vicinanza di cure a tutti i cittadini liguri, anche nelle vallate (spoke), puntando sulla riqualificazione dei piccoli ospedali.
– Realizzazione e completamento di nuovi e moderni ospedali: Erzelli – Ospedale Nuovo Ponente; nuovo Galliera; riavviare il progetto del Felettino; ospedale unico di Taggia; nuovo Pronto soccorso del Policlinico San Martino di Genova; potenziamento rete ospedaliera del Ponente genovese (Villa Scassi, Erzelli).
– Partnership pubblico-privato per dare le migliori risposte di cura ai cittadini, nell’osservanza dei ruoli e perimetri, nel principio di sussidiarietà.
– Potenziamento e valorizzazione delle risorse umane.
– Riapertura dei Centri Trapianti.
– Sviluppo del nuovo piano strutturale-funzionale del 2020 per l’implementazione di posti letto intensivi e sub-intensivi.
– Potenziamento dell’assistenza territoriale per la continuità di cure ospedaliere sul territorio e sistema di centri territoriali per la salute (ex Case della Salute con attività ambulatoriali), compresa la diagnostica “pesante”.
– Potenziamento del servizio di elisoccorso.
– Digitalizzazione dei referti e utilizzo del fascicolo sanitario elettronico per ogni cittadino ligure, condivisibile da tutte le strutture accreditate.
– Potenziamento delle borse di studio per la formazione di specializzandi e di Medici di Medicina Generale (MMG).
– Utilizzo dei fondi europei per il potenziamento del Sistema Sanitario Regionale e la riduzione delle liste d’attesa.
– Realizzazione di programmi di attrazione sanitaria da altre regioni e dalla Francia.
– Riorganizzazione delle centrali regionali acquisti.
– Monitoraggio anagrafi epidemiologiche in tutta la Liguria.
– Riorganizzazione del sistema trasporto sanitario da adattare alla medicina del territorio.
– Potenziamento delle sedi di ambulanze.
– Garantire uniformità delle procedure operative sul territorio.
– Ottimizzare il percorso di formazione offerto ai soccorritori destinati all’impiego del Sistema 118.
– Stipulazione accordi interregionali per garantire la mobilità attiva di professionisti che possano esercitare al di fuori della propria regione.
– Attivazione di servizi di telemedicina per le aree interne, potenziamento rete farmacie territoriali, garanzia di presenza di medici di base sul territorio, rete ospedaliera e territoriale, dai centri ai percorsi di eccellenza.
– Presa a carico del cittadino lungo tutto il percorso di cura e assistenza: la figura dell’infermiere di famiglia per la mediazione del bisogno tra sociale, sanitario e socio-sanitario. Attivazione delle Rsa aperte per garantire un miglior controllo trasversale anche delle fragilità.
– Osservatorio sullo Stato di salute dei liguri e sulle determinanti del rischio: l’ultima esperienza emergenziale del Covid-19 conferma la necessità di intercettare eventuali situazioni critiche di allarme.
Francesco Acquaroli (Marche)
– Spoliticizzazione della scelte sanitarie ad ogni livello, priorità alla meritocrazia e alle competenze, centralità alle professionalità.
– Potenziare i servizi socio-sanitari per soddisfare i reali bisogni della popolazione, investendo nel personale medico e nelle diverse professioni sanitarie promuovendo a ogni livello la formazione continua. Creazione del Modello Marche: accreditamento mediante formazione continua e certificata per tutti gli operatori sanitari, curata da centri di riferimento regionali per formazione e aggiornamento.Investire inoltre in innovazione e tecnologie sanitarie: la regione Marche ha i professionisti che possono garantire il meglio in termini di qualità assistenziale, ma proprio per questo c’è assoluta necessità di investimento in innovazione e tecnologia degli strumenti sanitari, inducendo inoltre valorizzazione, sostegno e dignità a professionisti e professioni sanitarie.
– Risparmiare e razionalizzare le strutture burocratiche che non generano servizi alle persone e ai pazienti al fine di riaprire punti di primo soccorso e riattivare servizi salute come il modello Veneto e Umbria.
– Tutelare il diritto alla salute puntando sull’unità del benessere fisico psichico e sociale della persona: l’impostazione delle cure deve porre al centro il cittadino, considerato nella sua entità come persona.
– Nuovo Piano Regionale Socio-Sanitario 2021-2023, basato su principi di integrazione tra sanità e sociale; assistenza ospedaliera e territoriale; ospedali di alta specializzazione e strutture minori diffuse su tutto il territorio; abbattimento liste di attesa; drastica riduzione di mobilità passiva; integrazione tra servizi pubblici e privati; lotta agli sprechi; risorse regionali, nazionali (Fondo sanitario) ed europee (RecoveryFund).
– Modifica dell’ASUR prevedendo la valorizzazione e il potenziamento delle Aree Vaste.
– Revisione del modello organizzativo ASUR con la contestuale attivazione di meccanismi di coordinamento, programmazione e controllo per la tutela dell’equilibrio economico-finanziario e per lo sviluppo di servizi e livelli essenziali di assistenza (LEA) uniformi in tutti i territori delle Marche.
– L’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR) diventerà una tecnostruttura a cui verranno assegnati compiti specifici da svolgere sull’intera regione (acquisti, sistemi informatici, rapporto privati, controllo prestazioni).
– Riconversione dell’Agenzia Sanitaria Regionale (ARS).
– Piano straordinario di prevenzione anti Covid-19, basato sul rafforzamento dell’assistenza della medicina del territorio integrata con quella ospedaliera, per garantire tracciamenti, terapie e trattamenti immediati.
– Maggiore equilibrio della rete ospedaliera, evitando concentrazioni e con una diffusione nel territorio, per soddisfare il bisogno di salute di tutti i cittadini in tutte le comunità in modo paritario, anche in termini di spesa pro-capite.
– Organizzare per livelli e sedi adeguate alle necessità della cittadinanza.
– Investimenti in salute per livelli di cure, per le varie figure professionali e le necessità della popolazione.
– Sviluppo e implementazione rete oncologica.
– Assicurare idonea rete assistenziale per la gravidanza in totale integrazione territorio e ospedale per territorio e densità di popolazione, livelli di cura, fattori di rischio e desideri della gestante.
– Potenziamento delle funzioni di analisi dei dati socio-sanitari funzionali alle decisioni relative ai servizi e alle strutture ospedaliere (analisi costi-benefici).
– Rafforzamento della spending-review basata sui costi standard in un quadro di tutela e garanzia dei livelli essenziali di assistenza (LEA).
– Piano straordinario di abbattimento delle liste d’attesa per gli interventi sanitari.
– Piano straordinario per ridurre mobilità passiva e tempi di accesso ai pronti soccorso.
– Piano di rafforzamento dell’assistenza domiciliare e territoriale, della medicina del territorio e della rete integrata dei medici di base.
– Potenziamento della rete dell’emergenza-urgenza, anche con un Dipartimento che assicuri a tutti i cittadini pari opportunità in ogni territorio delle Marche, soprattutto nelle aree interne e svantaggiate.
– Bisogna porre al centro della risposta sanitaria territoriale gli Ambulatori di Medicina Generale Associata, che debbono mettersi nelle condizioni di essere in grado di rispondere a tutte le richieste di cure primarie da codice bianco di pronto soccorso, attraverso il coordinamento e l’integrazione dei medici, delle altre professionalità convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, infermieri, ostetriche, tecniche della riabilitazione, della prevenzione e del sociale a rilevanza sanitaria.
– Va rivista l’organizzazione degli Ospedali di comunità e delle cure primarie in genere, valorizzando il ruolo dell’infermiere e le sue possibili autonomie, sia all’interno degli ospedali di comunità, sia nei distretti sanitari dove andrà promossa la strutturazione del cosiddetto infermiere di famiglia o di comunità.È necessario completare la rete del 118, parimenti garantendo punti di primo intervento negli ospedali riqualificati, specialmente nelle zone interne e/o disagiate.
– Previsione di pronto soccorso pediatrici nei capoluoghi provinciali.
– Valorizzazione del personale medico e infermieristico, dirigenziale e non.
– Riequilibrio territoriale e valorizzazione delle aree interne, con il superamento dei campanilismi del passato che hanno condannando le zone montuose all’abbandono.
– Piano di potenziamento dei servizi integrati per le cure palliative, anche con la previsione di Hospice pediatrici. La Regione deve attuare ed implementare il diritto dei bambini ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore, in particolare assicurando e potenziando in modo significativo l’attuale assistenza domiciliare, ambulatoriale, ospedaliera e socio-sanitaria, rendendola capillare ed omogenea in tutto il territorio regionale, permettendo al minore una migliore qualità di vita ed un sostegno pieno ed alleviando il peso per le famiglie dei bambini affetti da patologie, con bisogni assistenziali complessi.
– Piano di assistenza ai diabetici con l’integrazione delle prestazioni mediche infermieristiche e territoriali.
– Garantire la continuità delle cure per mezzo di informazioni complete e in tempo reale, incluse nel Fascicolo Sanitario Elettronico del cittadino; dimissioni protette dall’ospedale verso le strutture territoriali che vanno aumentate e potenziate.
– Piano di sviluppo della rete delle farmacie.
– Promuovere la telemedicina come strumento di presa in carico del paziente, in particolare quello affetto da patologie croniche.
– Dare piena applicazione al Piano Regionale della Cronicità con la trattazione del primo elenco delle patologie croniche individuate dal Ministero della salute. In particolare saranno rafforzate le risposte per i soggetti diabetici, per coloro che soffrono di scompenso cardiaco e per le persone affette da BPCO.
– Piano di sviluppo della digitalizzazione sanitaria per agevolare e semplificare l’accesso veloce ai servizi da parte dei cittadini.
– Promuovere l’utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico e la sua diffusione come strumento ottimale per la condivisione delle informazioni relative allo stato di salute del cittadino, facilitando l’azione di tutti i medici che, a vario titolo, operano nelle cure primarie.
– Pur nello sviluppo della medicina di prossimità, che si presume riduca la movimentazione dei pazienti, il trasporto sanitario dovrà essere rivisto per garantire precisione, tempestività e sicurezza del malato.
– Sviluppo di un autentico “Patto Sociale Intergenerazionale”.
– Valorizzazione delle politiche per la longevità attiva, del ruolo dell’Inrca e di Italia Longeva per il sostegno alle fragilità sociali crescenti rappresentate dalle persone sole e anziani privi di un contesto familiare verso i quali vanno creati percorsi di supporto dedicati.
Michele Emiliano (Puglia)
– Informatizzazione della sanità.
– Abbattimento delle liste d’attesa.
– Rafforzamento della medicina territoriale con presidi assistenziali, attività specialistica ambulatoriale, centri polifunzionali e consultori.
– Legge regionale sulla prevenzione: luoghi di lavoro tutelati, potenziamento screening e molto altro.
– Piano integrato socio-sanitario e telemedicina.
Eugenio Giani (Toscana)
– Integrare rete ospedaliera e assistenza sociale. E’ uno degli ambiti più critici e complessi dell’assistenza sanitaria, sul quale i passi compiuti fino ad oggi non bastano. Per i casi di pazienti cronici socialmente più deboli, per le persone non autosufficienti speso prive di sostegno familiare, la soluzione non può essere l’ospedale ma strutture territoriali ad hoc per le cure intermedie, l’aumento dei posti negli hospice, la rete delle cure palliative e una forte collaborazione con le associazioni del volontariato e del terzo settore.
– Sviluppare l’assistenza domiciliare e gli strumenti alternativi all’ospedale, investendo nell’evoluzione delle Case della Salute, intese di nome e di fatto come Comunità della Salute.
– Potenziare i servizi consultoriali per la presa in carico della salute materna e infantile, recuperando la loro funzione di punti di riferimento territoriali.
– Tradurre la nuova disponibilità di risorse per programmare nuove assunzioni di personale, la risposta più seria e concreta alla riduzione delle liste d’attesa e al bisogno di nuovi servizi territoriali.
– Orientare la rete ospedaliera e sanitaria verso un rapporto più stretto col mondo della ricerca e delle imprese che operano nei settori connessi alla sanità, e al piano regionale per la terza età (telemedicina e silver economy).
– L’emergenza Covid ha reso evidente la necessità di un grande investimento nei settori connessi ai vaccini e alle scienze della vita. Su questo terreno la Toscana può assumere un ruolo trainante a livello nazionale e internazionale, grazie ad alcuni players e ai fattori competitivi generati dal distretto toscano delle Scienze della Vita. Per Toscana Life Sciences, Regione e Governo si presenta la grande opportunità di realizzare nella nostra regione un Centro per la sicurezza anti pandemica e nuove sinergie produttive tra scienze della vita, intelligenza artificiale e agroalimentare di qualità. Il futuro dell’impresa innovativa toscana passa anche da qui.
– Dobbiamo accompagnare le nuove generazioni verso uno stile di vita che dia valore al cibo sano proveniente dalla filiera corta della nostra Toscana, all’attività motoria e a uno sport ispirato allo spirito competitivo e di squadra. Al contempo dobbiamo promuovere questi valori nell’età adulta come forma di prevenzione alla malattia e di rigenerazione dell’equilibrio psicofisico.
Luca Zaia (Veneto)
– Promuoveremo la “Salute in tutte le politiche”, con particolare riguardo alla sicurezza degli ambienti di vita e di lavoro e la promozione di stili di vita sani.
– Potenzieremo specifici programmi di screening per le patologie croniche-degenerative, per le malattie professionali e oncologiche.
– Attiveremo un nuovo sistema di mappatura geo-referenziata, nell’ambito del SER – Sistema Epidemiologico Regionale, mettendo in correlazione le diverse patologie e i territori.
– Completeremo il processo di razionalizzazione della rete ospedaliera.
– Potenzieremo gli organici dei medici per i nuovi centri multidisciplinari di presa in carico del paziente per ridurre le attese al pronto soccorso.
– Impiegheremo 120 nuovi dirigenti delle professioni sanitarie per implementare la qualità dell’approccio umano alla cura della persona.
– Adotteremo nuove tecniche per il prelievo di organi a cuore fermo che consentiranno di allungare i tempi utili per il prelievo degli organi, valorizzando così e rendendo più competitiva l’Azienda Ospedaliera di Padova, punto di riferimento nazionale per i trapianti.
– Andremo “Oltre l’ospedale” potenziando i servizi territoriali per la gestione integrata del paziente e la continuità dell’assistenza con una sinergia virtuosa tra Ospedale e Territorio.
– Rafforzeremo la Centrale operativa territoriale della presa in carico del paziente “protetto”, istituendo una sorta di “118 dell’assistenza territoriale”.
– Promuoveremo team multiprofessionali per le forme associative della Medicina Convenzionata, con infermieri, specialisti territoriali ed ospedalieri e personale amministrativo di supporto.
– Amplieremo gli orari di apertura degli ambulatori ospedalieri anche nei giorni festivi per i bisogni di salute dei cittadini.
– Obiettivo liste di attesa zero.
– Istituiremo un numero verde per le segnalazioni per mancato rispetto dei tempi.
– Commineremo sanzioni a carico dei servizi sanitari che rispettano i tempi di attesa fissati: blocco dell’attività intramoenia; sospensione della
convenzione/accreditamento; sospensione del Direttore Sanitario.
– Garantiremo cure odontoiatriche gratis per i disoccupati, i titolari di assegni sociali e di pensione minima e i loro familiari, e agevolate per i redditi fino a 29 mila euro.
– Potenzieremo il Fascicolo Sanitario Elettronico regionale (FSEr), per rendere disponibile a tutti la propria storia clinica e socio-sanitaria.
– Porteremo la sanità su smartphone e tablet: prenotare un esame, ritirare i referti e trovare la farmacia più vicina sarà molto più facile.
– Creeremo l’Azienda zero, che consentirà la gestione centralizzata di tutti i servizi amministrativi delle Ulss, permettendo la riduzione dei costi e il reinvestimento in servizi sanitari dei risparmi ottenuti, riducendo drasticamente il numero il numero delle Ulss.
– Istituiremo il CUP unico regionale integrato per le prenotazioni sanitarie di qualsiasi tipo.
– Consentiremo la prenotazione degli esami e il ritiro dei referti anche presso le farmacie, quali luoghi di presidio sanitario nel territorio.
– Elimineremo i ticket sanitari, con conseguente trattativa con il Ministero della Sanità.
– Stabiliremo che i direttori generali debbano ricevere i cittadini una volta alla settimana.
– Faremo della sanità anche un grande volano di sviluppo economico per il Veneto.
Redazione Nurse Times
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