La regione Campania ha disposto un adeguamento economico previsto dalla delibera n. 520 approvata in data 1 agosto 2017 per i dirigenti medici
La giunta De Luca ha reso noto come «la sanità campana, per le rilevanti sfide future e gli impegnativi processi riorganizzativi in corso, deve poter contare su una classe dirigenziale qualificata, motivata e adeguatamente remunerata».
Di seguito riportiamo gli adeguamenti:
- ai responsabili, di prima fascia, della Asl di Salerno (Antonio Giordano), della Napoli 1 Centro (Mario Forlenza) e dell’Ircss Pascale (Attilio A. M. Bianchi) andranno 154.937 euro lordi;
- ai direttori generali, di seconda fascia, di Napoli 2 Nord (Antonio D’Amore), di Napoli 3 Sud (Antonietta Costantini) e di Caserta (Mario De Biaso) saranno versati 150mila euro;
- quelli, di terza fascia, che guidano le Asl di Avellino (Maria Morgante) e di Benevento (Franklin Picker) guadagneranno 145mila euro;
- salgono anche gli stipendi dei direttori generali dell’aziende ospedaliere della regione.
Quelli di prima fascia alla guida del Ruggi (Nicola Cantone), del Cardarelli (Ciro Verdoliva) e dell’Aorn del Colli (Giuseppe Longo) vedranno arrivare i loro emolumenti a 154.937 euro. In seconda fascia i numero uno di Federico II (Francesco Bello), Aorn Moscati (Angelo Percopo), Sant’Anna (Mario Nicola Vittorio Ferrante) e Santobono (Anna Maria Minicucci) toccheranno i 150mila. Salario di 145mila euro per i dirigenti di terza fascia alla testa di AOU Luigi Vanvitelli (Annamaria Gravina) e AORN Rummo (Renato Pizzuti).
Ogni dirigente ha ottenuto un aumento lordo mediamente compreso tra i 10.000 e i 15.000 euro all’anno.
La Regione sottolinea come «allo stato attuale risulta che in Regione Campania i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie ricevono un compenso annuo inferiore a quello delle apicalità mediche che coordinano, con particolare riferimento a quelle di dipartimento».
Sono frequenti infatti situazioni nelle quali dirigenti alla guida di reparti o dipartimenti medici, grazie all’anzianità di servizio, percepiscono stipendi maggiori dei loro superiori.
Come riportato nel testo della delibera «tale situazione ha generato nel corso degli anni numerosi contenziosi legali ancora in corso di definizione non solo per l’aspetto meramente economico, ma anche di immagine legata al prestigio del ruolo e, soprattutto, il riconoscimento dei diversi livelli di responsabilità».
Viene successivamente spiegato come la riparametrazione del trattamento economico della dirigenza segua quanto previsto dal Dpcm 319 del 2001.
Ciò spinge la Regione a ricalcolare gli emolumenti in base:
- al «volume delle entrate di parte corrente della unità sanitaria locale o dell’azienda ospedaliera»;
- al «numero di assistiti e di posti letto»,
- al «numero di dipendenti», senza però superare il tetto dei 154,937 euro previsti dalla legge.
Restano invariate le «misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale per il rientro dal disavanzo» in atto; considerando che la stessa regione Campania, come le altre Regioni «può applicare in modo parziale le misure di riduzione della spesa indicate dalle disposizioni impugnate, oppure possono applicare alcune di esse e non altre o, ancora, possono applicare in modo parziale soltanto alcune delle misure».
Simone Gussoni
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