A dispetto di numerosi tentativi, in Alto Adige non si è ancora trovata una soluzione definitiva ai soliti problemi.
I Governi si avvicendano, ma i problemi restano. Quello della carenza di personale negli ospedali, soprattutto. Un problema che la Giunta provinciale di Bolzano ha già tentato di tamponare in diversi modi, senza però riuscire a trovare una soluzione definitiva. Anzitutto ricorrendo all’impiego di specializzandi austriaci in corsia (un centinaio). Una misura indigesta tanto a Bolzano quanto a Roma. Senza dimenticare il braccio di ferro con l’Anaao, che solo un paio di mesi fa aveva chiesto l’annullamento dei contratti stipulati dall’Asl (a ottobre è atteso l’esito del ricorso), e quello con il ministero, che ne aveva imposto lo stop.
E questo alla luce del fatto che così si dà vita a due binari di specializzazione paralleli, a seconda che si provenga dal sistema austriaco o da quello italiano. Nel primo caso è prevista una specializzazione interamente in reparto, sotto l’occhio di uno specialista che funge da tutor. Nel secondo all’attività lavorativa si sommano momenti di formazione accademica. E poi: il primo impiega medici freschi di laurea, il secondo gli specializzandi del quarto o quinto anno. Diversi sono anche gli enti che sovrintendono ai due sistemi: l’Ordine dei medici austriaco nel primo caso, i ministeri dell’Università e della Sanità italiani nel secondo. Ma anche le modalità di accesso: un bando dell’Azienda sanitaria provinciale è contrapposto al concorso nazionale. Neanche paragonabili i compensi: se la borsa di uno specializzando del Sistema nazionale supera di poco i 2.000 euro lordi al mese, la busta paga mensile di uno specializzando austriaco ammonta a 4.350 euro lordi (con gli anni di formazione che contano come anzianità professionale).
Un’altra via che la Provincia sta provando a percorrere è quella della Legge Omnibus, che, se non verrà impugnata, permetterà di ampliare da 3 a 5 anni la possibilità di proroga dei contratti d’opera a tempo determinato (che attualmente sono 169, 83 dei quali non prorogabili). E sulla quale il movimento politico denominato Team Koellensperger ha già presentato un’interrogazione m consiglio. Sono 83 i medici con il contratto d’opera in scadenza a fine anno. Il loro apporto è fondamentale per la sanità altoatesina.
Terzo fronte, quello della deroga per l’iscrizione all’albo professionale (sia dei medici che degli infermieri) per il personale non bilingue. Una misura che si era concretizzata, a inizio anno, in una norma di attuazione per parificare italiano e tedesco nelle professioni ordinistiche. Anche allora il governatore Arno Kompatscher aveva parlato chiaro: «Attualmente tra medici, infermieri e ostetriche, abbiamo 493 dipendenti su 4.128 che non hanno l’attestato di bilinguismo. In questo provvedimento viene comunque ribadito l’obbligo vincolante di acquisire entro tre anni la conoscenza di entrambe le lingue per avere un contratto a tempo indeterminato».
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere dell’Alto Adige
Lascia un commento