Home Infermieri Procedure, Protocolli e Linee Guida Ruolo dell’infermiere nella gestione del PRP ( Plasma ricco di piastrine)
Procedure, Protocolli e Linee GuidaStudenti

Ruolo dell’infermiere nella gestione del PRP ( Plasma ricco di piastrine)

Condividi
Ruolo dell'infermiere nella gestione del PRP ( Plasma ricco di piastrine)
Condividi

detail-globuli_rossi

Negli ultimi anni si è verificato un forte aumento dell’utilizzo di concentrati piastrinici, in particolare Plasma Ricco in Piastrine (PRP).
Questo interesse nasce dalle peculiari funzioni delle piastrine stesse, che oltre a garantire il processo emostatico, sono in grado di fornire se introdotte in un tessuto danneggiato, uno stimolo pro-rigenerativo da attribuirsi alla presenza di innumerevoli fattori di crescita contenuti in esse.
Per questo motivo le piastrine hanno un ruolo chiave nei processi di ricostruzione e cicatrizzazione delle ferite/lacerazioni.
Il PRP nei pazienti con regolare numero di piastrine circolanti, è in grado di accelerare e migliorare la cicatrizzazione con una ricostruzione molto vicina alla restituzio ad integrum cioè alla normalità pre-lesionale.
Le applicazioni sono molteplici:

– osteo – articolari/muscolari (artrosi, tendinosi, strappi muscolari);
– estetiche (acne, alopecia, cicatrici ipertrofiche);
– cutanee (piaghe ed ulcere avanzate con perdita di sostanza esempio diabete o insufficienza venosa).

Ruolo dell’infermiere:

Da premettere che la realtà dei fatti cambia da struttura a struttura. Per quanto riguarda la mia esperienza in questo settore, l’infermiere ha una totale autonomia.
Si prepara la lista dei candidati previa visita medica. Il paziente selezionato viene fatto accomodare in ambulatorio per l’esecuzione del prelievo ematico periferico di circa 4/8 ml di sangue a seconda delle necessità può aumentare o diminuire il quantitativo.
La provetta di sangue identificata con il nome del paziente viene poi messa in centrifuga per l’attivazione del prp, seguendo le indicazioni date dal protocollo del fornitore del kit.
Una volta terminata la procedura di centrifugazione, la provetta viene consegnata immediatamente al medico che provvede all’estrazione con siringa di circa 3/6 ml di Prp ed iniettato nella zona interessata.
L’infermiere assiste e collabora attivamente durante tutta la procedura fornendo l’adeguata assistenza infermieristica al paziente a seconda del punto di applicazione (disinfezione, preparazione piccolo campo sterile, medicazione finale) e trattamento tempestivo delle complicanze.
Le reazioni al Prp sono limitatissime, trattandosi del proprio sangue e quindi privo di reattività, circoscritte e minimo dolore.
Rare le sovra infezioni conseguenti all’iniezione.

Barbara Panizzo

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Evento ECM a Bari: "La formazione e gli infermieri nell'università". Video intervista ad Angelo Mastrillo (UniBo)
CdL InfermieristicaNT NewsStudenti

Crisi profonda in infermieristica: drastico calo di iscrizioni e boom di posti vuoti nel 2024. Il report

Il report annuale 2024 sulla formazione e l’occupazione nelle 23 professioni sanitarie...

Manovra di Lesser: perché gli infermieri continuano ad aspirare durante le procedure iniettive?
CdL InfermieristicaInfermiere dell’EmergenzaNT NewsSpecializzazioniStudenti

Manovra di Lesser: perché gli infermieri continuano ad aspirare durante le procedure iniettive?

La manovra di Lesser, consistente nell’aspirazione durante l’esecuzione delle iniezioni intramuscolari (IM)...

Anno accademico 2018/2019: 308 posti in più per il CdL in Infermieristica
CdL InfermieristicaNT NewsStudenti

Vicenza, ammessi a Infermieristica anche con punteggio 1 al test d’ingresso

La crisi delle professioni infermieristiche si fa sentire con forza nel corso...