Ospedale Giovanni Paolo II di Bari. Venerdì mattina, la Polizia di Stato ha eseguito sei misure cautelari nei confronti di dipendenti ed ex dipendenti della struttura sanitaria
Queste misure includono l’interdizione dai pubblici uffici, l’obbligo di presentazione alle autorità, e divieti di dimora nel comune di Bari. La decisione è stata presa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Procura locale.
Questa operazione segna la conclusione di un’indagine che ha preso il via nel 2020 a seguito di una denuncia presentata da un dipendente dell’IRCCS Giovanni Paolo II di Bari.
La denuncia ha innescato un’attività investigativa approfondita che ha portato a numerose perquisizioni nel mese di giugno 2021. Durante queste perquisizioni, sono stati scoperti ingenti quantitativi di farmaci e dispositivi medico-chirurgici appartenenti all’ospedale, ma utilizzati in modo improprio al di fuori dell’ambiente ospedaliero.
L’indagine, condotta dalla Polizia di Stato in collaborazione con la Procura di Bari, ha fatto uso di intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video all’interno dei locali del reparto di Oncologia Medica. Ciò ha permesso di rivelare un inusuale “magazzino di rifornimento gratuito” di medicinali e dispositivi medico-chirurgici a completa disposizione del personale, compresi coloro che non erano più in servizio presso l’ospedale.
L’attività di sottrazione di farmaci e presidi medici aveva lo scopo di supportare attività domiciliari “in nero,” come prelievi del sangue, medicazioni, somministrazione di flebo, ecc.
Queste pratiche venivano condotte quotidianamente da coloro coinvolti nelle misure cautelari, tra cui ex dipendenti in quiescenza. Essi collaboravano con il personale in servizio, sottraendo farmaci e dispositivi medico-chirurgici dagli armadi dell’infermeria e dai depositi del reparto, destinati agli ammalati oncologici. Tra questi figurano medici e infermieri.
Questo scandalo ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla gestione e alla sicurezza dei farmaci e dei dispositivi medici all’interno dell’ospedale. L’indagine continua nel tentativo di identificare tutte le persone coinvolte e portare avanti azioni legali contro di loro.
Redazione NurseTimes
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