A chi tocca sostenere i costi dell’affidamento di un anziano a una Rsa? Ricordiamo che si tratta di costi molto elevati, divisi in prestazioni alberghiere e prestazione sanitarie. In genere, la quota della retta per le cure sanitarie è a carico dello Stato, mentre per le prestazioni assistenziali è richiesto un contributo all’anziano stesso o ai suoi parenti. Tuttavia tali costi superano spesso le possibilità economiche dell’interessato o dei suoi parenti.
E allora? In teoria, qualora la pensione dell’anziano non arrivi a coprire l’intera rata, non vige più l’obbligo dei famigliari di dare un sostegno economico. Dovrebbe essere il Comune di residenza a sostenere il costo della retta. Tuttavia i Comuni si appellano sempre al fatto che i parenti in linea retta potrebbero vendere i beni dell’anziano e non versano mai la loro quota.
Di solito si riesce a ottenere un appoggio comunale o statale solo se l’anziano ha un Isee irrisorio. A quel punto potrebbero intervenire le istituzioni, che tuttavia preferiscono citare in giudizio i figli per ottenere una sentenza che li obblighi a presentare l’Isee per vedere se sono solventi.
In alcuni casi, però, lo Stato deve coprire i costi delle Rsa. Un esempio eclatante arriva dalla Toscana, dove una famiglia ha recentemente ottenuto un rimborso di 70mila euro dalle autorità statali per le rette pagate in precedenza. Il giudice le ha infatti riconosciuto il diritto a ottenere la prestazione statale perché le cure sanitarie superavano di gran lunga quelle alberghiere.
Ma se un anziano viene affidato a una Rsa, significa che non è autosufficiente. Quindi, a rigor di logica, le prestazioni sanitarie non sono sempre superiori a quelle alberghiere? In conclusione, le famiglie che decidono di ricoverare un anziano in una struttura assistenziale devono considerare attentamente i costi e i servizi offerti, cercando, quando possibile, di ottenere assistenza finanziaria.
Redazione Nurse Times
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