Presso l’ospedale romano, da qualche giorno, i genitori dei bimbi ricoverati possono accedere all’Unità 24 ore al giorno. Il servizio, unico nella Regione Lazio, è atto favorire il contatto precoce tra genitori e bambino. Pratica altamente raccomandata dalla letteratura scientifica.
Da lunedì 7 marzo 2016 i genitori dei bimbi con patologia ricoverati presso l’Unità di pediatria, neonatologia e terapia intensiva neonatale (TIN) dell’Ospedale San Giovanni Calibita – Fatebenefratelli di Roma potranno accedere 24 ore al giorno all’Unità per stare a contatto coi loro piccoli.
Si tratta della prima struttura ospedaliera del Lazio ad offrire ai genitori e ai piccoli ricoverati la possibilità di stare “a contatto” in qualsiasi momento della giornata.
Il nuovo servizio ha aperto in occasione della solennità di San Giovanni di Dio, fondatore dei Fatebenefratelli. Il Prof. Luigi Orfeo, primario dell’Unità in questione, spiega:
“La letteratura scientifica internazionale già dai primi anni ’70 ha dimostrato l’utilità di consentire ai genitori l’accesso libero alla terapia intensiva neonatale favorendo l’attaccamento madre/bimbo e migliorando gli sviluppi futuri della personalità del bambino”
Il nuovo servizio h24 è totalmente in linea con le raccomandazioni espresse recentemente dal TAS, tavolo tecnico ministeriale per l’allattamento al seno, che descrivono i vari vantaggi del libero accesso dei genitori nei reparti di Neonatologia e TIN: una migliore consapevolezza delle cure praticate ai neonati, la riduzione dello stress, una riappropriazione della funzione genitoriale, la facilitazione del contatto “pelle a pelle” tra genitori e bimbo (il cosiddetto “metodo canguro”), che ha effetti molto importanti in senso positivo sul metabolismo, sulla stabilità e sullo sviluppo psico-motorio del neonato.
Oltre, ovviamente, alla facilitazione dell’alimentazione con il latte materno, ottimizzandone la produzione e l’avvio.
L’ospedale Fatebenefratelli di Roma registra annualmente oltre 4.000 Parti e assiste ogni anno circa 600 neonati con patologia, di cui 400 prematuri.
Alessio Biondino
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