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Ictus e sanguinamento: monoterapia con rivaroxaban

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Diabete ed educazione: lo studio e il ruolo degli infermieri
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Di recente è stata pubblicata una sotto-analisi dello studio AFIRE, basato sul confronto della monoterapia con rivaroxaban rispetto a una terapia combinata con un agente antipiastrinico in pazienti con fibrillazione atriale (AF) e malattia coronarica stabile (CAD). L’obiettivo, quello di chiarire gli impatti dei rischi di ictus e sanguinamento sull’efficacia e la sicurezza della monoterapia con rivaroxaban. Quest’ultima ha evidenziato di essere vantaggiosa rispetto a tutti gli endpoint pre-specificati.

“Nello studio AFIRE, – ricordano gli autori, guidati da Masaharu Akao, del Dipartimento di Cardiologia, National Hospital Organization Kyoto Medical Center, Giappone, – la monoterapia con rivaroxaban non era inferiore alla terapia combinata con rivaroxaban e un agente antipiastrinico per eventi tromboembolici o morte, ed era superiore per sanguinamento maggiore in pazienti con fibrillazione atriale (AF) e malattia coronarica stabile (CAD)”.

“Poco si sa degli impatti dei rischi di ictus e sanguinamento sull’efficacia e la sicurezza della monoterapia con rivaroxaban” hanno aggiunto. Questa lacuna conoscitiva è stata il movente della presente sotto-analisi.

“In questa sotto-analisi dello studio AFIRE, abbiamo valutato il rischio di ictus e sanguinamento mediante i punteggi CHADS2, CHA2DS2-VASc e HAS-BLED” spiegano gli autori.

“L’endpoint primario di efficacia era il composito di ictus, embolia sistemica, infarto del miocardio (IM), angina instabile che richiedeva rivascolarizzazione o morte per qualsiasi causa. L’endpoint primario di sicurezza era il sanguinamento maggiore definito dalla International Society on Thrombosis and Haemostasis” riportano Akao e collaboratori.

Gli autori riportano i risultati della sotto-analisi.

La monoterapia con rivaroxaban avrebbe ridotto significativamente gli endpoint primari di efficacia e sicurezza senza alcuna evidenza di effetti differenziali

per rischio di ictus:

  • CHADS2, p per l’interazione=0,727 per l’efficacia, 0,395 per la sicurezza; 
  • CHAD2DS2-VASc, p per interazione=0,740 per l’efficacia, 0,265 per la sicurezza;

o per rischio di sanguinamento

  • HAS-BLED, p per interazione=0,581 per l’efficacia, 0,225 per la sicurezza». 

“Inoltre, – aggiungono i ricercatori, – non vi erano prove di eterogeneità statistica tra le categorie di rischio dei pazienti per altri endpoint: ictus o embolia sistemica, ictus ischemico, ictus emorragico, IM, IM o angina instabile, morte per qualsiasi causa, sanguinamento o eventi clinici avversi netti”.

“I vantaggi della monoterapia con rivaroxaban rispetto a quelli della terapia combinata in relazione a tutti gli endpoint pre-specificati – tra cui tromboembolia, sanguinamento e mortalità – erano simili tra i pazienti con AF e CAD stabile, indipendentemente dal loro rischio di ictus e sanguinamento” concludono gli autori.

Akao M, Yasuda S, Kaikita K, Ako J, et al. Rivaroxaban Monotherapy versus Combination Therapy According to Patient Risk of Stroke and Bleeding in Atrial Fibrillation and Stable Coronary Disease: AFIRE trial sub-analysis. Am Heart J. 2021 Feb 28. doi: 10.1016/j.ahj.2021.02.021. Epub ahead of print.

Fonte: pharmastar.com (A. Zenorini)

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