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Massimo Randolfi

Apnee notturne, spot Aai su rischi incidenti stradali e lavoro

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Apnee notturne, chi ne soffre può andare incontro a malattie autoimmuni
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Dal 28 marzo in onda su reti Mediaset e dal 2 maggio su la7

 Un uomo in macchina, quasi imbambolato, blocca il traffico cittadino mentre altri automobilisti sono in coda dietro di lui. Spazientiti dall’attesa suonano ripetutamente il clacson. L’uomo sembra non rendersi conto di quanto sta accadendo, si guarda il viso, che appare stanco. I suoi occhi, quasi spenti, si incontrano riflessi nello specchietto della propria autovettura.


   Ad un certo punto, all’ennesimo sollecito e dopo le urla di alcuni automobilisti che lo invitano a sbrigarsi, l’uomo si risveglia dal proprio torpore. Poco dopo viene avvicinato da un vigile. “Lei soffre di apnee notturne, vero?”, gli domanda. “Ma non e’ che mi toglie la patente?” si difende. “Ma no!”, lo rassicura il vigile che poi lo invita ad ascoltare una voce fuori campo. “Un malato di Osas- afferma la voce narrante-rischia incidenti stradali e sul lavoro. Rivolgiti al tuo medico di famiglia, che ti indichera’ un percorso di diagnosi e terapia. Per informazioni visita apneedelsonno.it“.


  Siamo a Roma ma potremmo essere ovunque. Il dialogo e le immagini raccontano lo spot realizzato da Apnoici Italiani (Aai) per sensibilizzare la popolazione sui rischi legati alle apnee notturne non trattate, in particolare per gli incidenti stradali e sul lavoro. Lo spot sara’ in onda da domenica 28 marzo sulle reti Mediaset e dal 2 maggio su La7.

Insieme alla app di screening ‘APP.nee'(app.apneedelsonno.it) e a un video grafico informativo sulle apnee ostruttive del sonno (Osa), lo spot caratterizza la campagna di sensibilizzazione dal titolo ‘Apnee notturne, non dormirci sopra 2021’, nata in occasione della Giornata Mondiale del sonno, celebrata lo scorso 19 marzo. Per fare luce sulle apnee ostruttive del sonno e sull’eccessiva sonnolenza i pazienti hanno inoltre a disposizione il Numero verde 800141435.


   Una malattia, quella delle apnee ostruttive del sonno (Osa) che coinvolge circa 6 milioni di persone solo in Italia, 44,3 milioni in Europa, circa un miliardo nel mondo. Dunque, si tratta di una patologia molto diffusa ma sotto diagnostica e sotto trattata – attualmente sono solo 250.000 i pazienti in terapia nel nostro Paese – e che ogni anno, secondo quanto reso noto dal ministero della Salute, costa al nostro Servizio sanitario nazionale 2,9 miliardi di euro


    “L’apnea ostruttiva del sonno- spiega alla Dire Luca Roberti, presidente dell’Associazione Apnoici Italiani Aps- e’ anche conosciuta come la malattia dei grandi russatori, poiche’ il russare rappresenta uno dei segni caratteristici della malattia. Non tutte le persone con roncopatia persistente o che sono obese sviluppano l’Osa. Ne possono soffrire anche soggetti normopeso per le caratteristiche strutturali delle prime vie aeree, compresa la bocca ed il mento. Gli episodi di riduzione/arresto del respiro avvengono durante il sonno ed assumono un significato associato alla patologia quando la ripetuta riduzione del flusso e’ di almeno il 50% fino alla completa ostruzione. In questo caso possiamo parlare di apnee. La durata di questi episodi va da almeno dieci secondi fino a piu’ di un minuto per singolo evento”.


    Sono diversi in modi in cui le Osa possono fare la propria comparsa: un russamento persistente da almeno 6 mesi, con interruzioni del respiro durante il sonno che si registrano piu’ volte nell’arco di un’ora con la possibilita’ di risvegli frequenti, anche non coscienti. Tutto questo incide negativamente sulla qualita’ del riposo e su tutti gli organi del corpo, poiche’ si determina una sofferenza causata da mancanza di ossigeno. Una persona affetta da Osa puo’ inoltre sentire il bisogno di andare in bagno di frequente e, una volta sveglia, provare una secchezza delle fauci ed una eccessiva sonnolenza diurna proprio a causa di un sonno non ristoratore.

Nei soggetti con apnea ostruttiva del sonno diminuisce inoltre la capacita’ di concentrazione, di memoria e di reazione agli stimoli.


    Roberti aggiunge che “queste situazioni possono determinare gravi comorbilita’ che possono far pensare ad una Osa non trattata, quali il diabete di tipo 2, le aritmie cardiache tra cui la fibrillazione atriale e l’ipertensione farmacoresistente. La loro comparsa puo’ avvenire in eta’ adulta e nei bambini. I disturbi principali saranno l’irrequietezza determinata da un cattivo riposo e, negli studenti, la difficolta’ di apprendimento a scuola”.


     Per i pazienti ci sono, pero’, buone notizie. Le Osa possono essere curate attraverso il monitoraggio cardiorespiratorio a domicilio, strumento simile a un holter e, in casi piu’ complessi, grazie alla polisonnografia, e nei prossimi mesi saranno disponibili nuove cure farmacologiche per quanti lamentano ancora sonnolenza dopo le terapie come Cpap e Mad.

Da oltre un anno il nostro Sistema sanitario nazionale sta combattendo duramente per debellare il Coronavirus rischiando, pero’, di lasciare indietro la cura di altre numerose patologie. Negli ultimi mesi sono stati pubblicati diversi studi sul rapporto tra Covid-19 e apnee ostruttive del sonno. Dagli studi e’ emerso, in particolare, un aumentato numero di complicanze e relativa ospedalizzazione nei pazienti con Osa non curata.

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