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Rinnovo Ccnl Sanità: i commenti dopo l’avvio delle trattative

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Il "Diritto allo studio" previsto nel nuovo CCNL
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Mercoledì 20 marzo sono partite le trattative per il rinnovo del Ccnl Sanità 2022-2024, che interessa mezzo milione di lavoratori. Una partenza in salita, soprattutto in considerazione della scarsità di risorse a disposizione. Un aspetto, questo, evidenziato con rammarico dalle varie sigle sindacali che siedono al tavolo delle trattative insieme all’Aran. Di seguito riepiloghiamo i commenti a caldo, cominciando proprio da quello di Antonio Naddeo, presidente Aran, che ha partecipato alla prima riunione insieme a Marco Alparone, presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità.

Il commento di Antonio Naddeo (Aran)

“I sindacati hanno messo in evidenza le problematiche che affliggono il settore da anni. In particolare, le difficili condizioni di lavoro, la mancanza di personale e, soprattutto, la scarsa attrattività per quanto riguarda la professione infermieristica. Su alcuni di questi aspetti importanti per gli operatori e per il sistema salute in generale, tuttavia, il contratto non può incidere. Mi riferisco soprattutto all’annoso problema della carenza di personale, che va inquadrato più come un tema di carattere organizzativo che contrattuale”. Così, in una nota, Antonio Naddeo, presidente Aran.

“Riguardo invece alle condizioni di lavoro – prosegue Naddeo – c’è senz’altro margine di miglioramento attraverso alcuni istituti del contratto su cui ci sono indicazioni nell’atto di indirizzo, ma che andranno verificate in termini di impatto finanziario, poiché ricordo che, con il previsto 5,78% di aumento, dobbiamo fare fronte sia agli incrementi stipendiali sia agli incrementi delle varie indennità che ci sono in questo Ccnl, e anche valutare la possibilità di finanziare il miglioramento delle condizioni lavorative. Tutto questo sarà ovviamente deciso nel corso delle trattative. I sindacati hanno poi lamentato la scarsità di risorse previste per il rinnovo. Però ricordo a tutti che compito dell’Aran è fare i contratti nell’ambito del quadro di riferimento finanziario ricevuto e nel perimetro normativo dell’atto di indirizzo”.

Il commento del Nursing Up

“E’ indispensabile aumentare l’indennità di specificità infermieristica e degli altri professionisti sanitari, il compenso previsto per gli incarichi professionali di base. Certo, le risorse non sono sufficienti rispetto al bisogno, e quindi bisognerà lavorare con quel poco che resta, perché gran parte dei soldi per il rinnovo è stato assorbito dalla maxi indennità di vacanza contrattuale già anticipata a dicembre”. Così Antonio De Palma, presidente nazionale Nursing Up.

“E’ indispensabile individuare una indennità sostituiva per le ostetriche, a cui spetterebbe a pieno titolo, lo ribadiamo da tempo ed in quanto professionisti dell’assistenza, quella infermieristica – continua De Palma -. Occorre lavorare sulla norma contrattuale, allo stato di difficile applicazione, che favorisce i genitori entrambi turnisti, facendo si che possa effettivamente essere applicata secondo le esigenze degli interessati”. 

E ancora: “Chiediamo di creare le condizioni per un aumento del compenso previsto per gli incarichi professionali di base dei professionisti sanitari, una differenziazione dell’indennità di pronto soccorso in base alle qualifiche professionali, per la quale ci sono oggi circa 140 milioni di euro, privilegiando le professioni infermieristiche e sanitarie. Occorre che il contratto imponga un  giro di vite sull’uso degli straordinari e della pronta disponibilità da parte degli enti, troppo spesso considerati come strumenti di ordinaria programmazione del lavoro, frustrandone completamente lo scopo”.

Il commento della Fials

“Le condizioni di partenza della trattativa sono a risorse insufficienti. Le aspettative dei lavoratori sono tante e necessitano di incrementi economici che rendano praticabili gli impegni assunti nell’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale del triennio 2022-2024 per il comparto sanità. Le professioni sanitarie, in particolare, sono disamorate per quanto offerto dalla attuale e antiquata organizzazione del lavoro, dal mancato appeal professionale ed economico e dalla scarsa visibilità sociale. È necessario quindi trovare lo spazio affinché tutti i professionisti realizzino le loro aspettative”. Così Giuseppe Carbone, segretario generale Fials.

Il commento del Nursind

“Le risorse finanziarie attualmente disponibili non sono sufficienti. Nonostante il miliardo e mezzo stanziato con la Legge di Bilancio, circa un miliardo è ipotecato per garantire l’anticipo di vacanza contrattuale che già i lavoratori prendono. Rimangono quindi poco meno di 450 milioni di euro a disposizione della contrattazione. E di questi, una parte dovrà andare a finanziare l’aumento delle indennità di specificità. Questo non è certo un importo adeguato per affrontare le sfide che la sanità italiana deve affrontare e per rendere attrattiva la professione”. Così Andrea Bottega, segretario nazionale Nursind.

“Oltre alle questioni finanziarie, ci sono numerosi altri problemi che richiedono attenzione – aggiunge Bottega -. Dobbiamo affrontare la questione dell’inquadramento dei laureati specialistici clinici, la promozione della carriera professionale con l’implementazione del sistema degli incarichi e la questione dell’esonero contributivo per i lavoratori dell’area dei professionisti della salute e dei funzionari, che rischia di bruciare gli aumenti contrattuali. Questi sono tutti elementi essenziali per sostenere i lavoratori di un sistema sanitario che vuole essere efficiente e sostenibile”.

Il commento di Fp Cgil e Cgil

“Il tavolo sul rinnovo del Ccnl 2022/2024 della sanità pubblica comincia in salita, vista la scarsezza di risorse. E’ condivisibile ragionare di valorizzazione professionale, condizioni di lavoro e revisione delle indennità, ma per noi rimane cruciale il tema degli incrementi salariali. Per noi sono essenziali alcune questioni, in gran parte contenute anche nell’atto di indirizzo delle Regioni, come l’aumento del valore degli incarichi all’estensione degli stessi, la valorizzazione di nuovi profili professionali, la maggiorazione di tutte le indennità, a partire da quella di specificità infermieristica, che va aumentata e equiparata anche per le ostetriche”. Così Serena Sorrentino, segretaria generale di Fp Cgil, e Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil.

“Inoltre – proseguono Sorrentino e Re David – vanno incrementati e sbloccati i fondi della contrattazione decentrata, e va soprattutto garantito un orario di lavoro adeguato e che consenta di conciliare vita e lavoro, il diritto alle ferie e l’aumento dei congedi. Per fare tutte queste cose il 5,78 previsto per altri capitoli diventa sempre meno, e quindi ci sarà sempre meno incremento del salario. Il datore di lavoro pubblico, a differenza del privato, ha deciso di stanziare risorse che coprono solo un terzo dell’inflazione cumulata nel triennio 2022/2024: come si può pensare di rinnovare il Ccnl della sanità pubblica senza ulteriori interventi?”.

Il commento della Cisl Fp

“La nostra priorità è quella di migliorare le retribuzioni del personale che opera nel sistema sanitario nazionale. Ma non solo. Bisogna favorire le progressioni di carriera e rivedere il sistema degli incarichi, con l’obiettivo di avvicinare progressivamente l’Italia all’Europa sul livello medio delle retribuzioni. E poi riconoscere e valorizzare le diverse specificità, proseguendo in quel percorso, già avviato nel precedente contratto, che mira a una progressiva ridistribuzione degli adempimenti tra dirigenza medica e professionisti sanitari del comparto. Vogliamo sfidare Governo e Parlamento ad essere compartecipi di un cambiamento che riteniamo non più rimandabile”. Così Maurizio Petriccioli, segretario generale Cisl Fp.

Il commento della Uil Fpl

“Il tema della scarsità delle risorse rimane fondamentale e premessa imprescindibile per la prosecuzione delle trattative. Il personale è stanco e demotivato, e lavora sotto organico. La perdita di attrattività del lavoro pubblico trova fondamento principalmente nelle politiche retributive del personale, non adeguate al carico di lavoro e alle responsabilità degli operatori della sanità pubblica, come dimostrano i tanti casi di personale in burnout. E’ necessario aumentare le indennità ferme da troppo tempo e, al contempo, occorrono maggiore flessibilità e minori carichi di lavoro”. Così la delegazione composta da Alessandro Fortuna per la Confederazione, da Rita LongobardiFulvia Murru e Daniele Ballabio per la Uil Fpl.

Redazione Nurse Times

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