Uno studio coordinato dall’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma ha dimostrato che il robot indossabile migliora tempi di ripresa e capacità di muoversi nel 60% dei pazienti non deambulanti.
Riuscire a stare in piedi di nuovo e non sentirsi condannato per sempre su una sedia a rotelle. Un sogno che in molti casi può diventare realtà. Si sapeva già che l’esoscheletro riabilitativo Ekso, modernissimo gioiello biotecnologico, è di grande aiuto per l’iter riabilitativo di chi ha subito gravi danni agli arti inferiori, a causa di traumi o patologie neurodegenerative, ma ora si è potuto stabilire che è anche efficace nella riabilitazione post-ictus.
Uno studio coordinato dall’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma ha presentato i risultati, positivi nel 60% circa dei casi di pazienti non deambulanti. Questo lavoro, che ha coinvolto diversi centri di riabilitazione italiani, è stato guidato da Michela Goffredo, ricercatrice e bioingegnere del San Raffaele, ed è stato pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine.
Per verificare l’effettiva efficacia dell’esoscheletro in pazienti colpiti da ictus subacuto, sono state reclutate 48 persone nel periodo compreso tra marzo 2016 e settembre 2018. Due pazienti si sono ritirati a causa di problemi medici. Tutti si sono sottoposti a training del cammino con l’esoscheletro da tre a cinque volte la settimana, per circa un’ora ogni volta. All’inizio del trattamento 32 pazienti erano in grado di camminare e 14 non lo erano. Dal punto di vista clinico, tutti hanno registrato miglioramenti significativi. Alla fine della terapia con il robot, 8 pazienti hanno riacquistato la capacità di deambulare e solo 6 non ci sono riusciti né prima né dopo la riabilitazione. Risultato più che incoraggiante.
Ma come funziona l’esoscheletro? Il robot interagisce con la persona a tutti i livelli di articolazione, e quindi permette a chi lo indossa di camminare in sicurezza, controllando le variazioni di ogni angolo articolare durante l’intera fase del passo. L’analisi dei dati ha inoltre rivelato che l’uso dell’esoscheletro per la riabilitazione del cammino in pazienti con ictus subacuto è efficace indipendentemente dal tempo trascorso dall’evento traumatico e dal grado di compromissione motoria. Insomma, si può cominciare la riabilitazione senza troppi limiti di tempo, affrontando anche condizioni oggettivamente gravi.
Lo studio, comunque, non finisce qui: prosegue per confrontare gli effetti dell’esoscheletro e della terapia tradizionale, e coinvolgerà un numero più elevato di pazienti, sia in fase subacuta che cronica. Gli esiti della ricerca porteranno alla personalizzazione e ottimizzazione della terapia riabilitativa post-ictus, in modo da stilare un protocollo che permetta ai pazienti di recuperare presto la propria autonomia nel camminare.
Ekso, l’esoscheletro robotico, è un dispositivo molto sofisticato, frutto dei progressi che la robotica, in particolare la robotica biomedica, ha compiuto negli ultimi decenni. Si tratta di un robot indossabile che può trovare spazio in diversi ambiti: dalle applicazioni in campo militare, alla riabilitazione motoria, appunto, passando per il potenziamento della forza e della resistenza di chi svolge lavori particolarmente pesanti. Il San Raffaele di Roma è stato tra i primi istituti in Italia, nel 2015, a dotarsi di questo dispositivo, l’unico al mondo in grado di “capire” il paziente e le sue necessità.
Redazione Nurse Times
Fonte: Libero
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