Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, ha espresso preoccupazioni riguardo alla recente revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), concentrandosi sulla modifica della Missione Salute. In un’analisi condotta dall’Osservatorio sanitario nazionale della Fondazione Gimbe, emergono “luci e ombre” nella rimodulazione della “Missione Salute”, contenuta nella proposta inviata dall’Italia alla Commissione europea e approvata il 24 novembre.
“La rimodulazione al ribasso del numero di posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva di ben 1.803 unità risulta poco comprensibile”, ha dichiarato Cartabellotta, evidenziando un taglio significativo che solleva interrogativi sulle motivazioni dietro questa decisione. La Fondazione Gimbe sottolinea che tale modifica potrebbe penalizzare il Centro-Sud, mettendo in discussione l’equità regionale nel potenziamento dell’assistenza territoriale.
La revisione della Missione 6 del Pnrr presenta un aumento dei pazienti in assistenza domiciliare (+42.000) e degli assistiti in telemedicina (+100.000). Tuttavia, ci sono anche cancellazioni di 312 case di comunità e 74 ospedali di comunità. Cartabellotta ha commentato: “Le modifiche approvate confermano le richieste di espungere varie strutture, ma i criteri e la distribuzione regionale al momento non sono noti”.
La rimodulazione prevede la realizzazione di 1.038 Case della Comunità, 480 Centrali Operative Territoriali e 307 Ospedali di Comunità, con riduzioni rispetto alle iniziali previsioni. Cartabellotta ha sottolineato l’importanza di trovare un meccanismo di perequazione per evitare disuguaglianze regionali, in linea con gli obiettivi trasversali del Pnrr.
Il Presidente della Fondazione Gimbe ha anche evidenziato l’incremento dei target quantitativi per l’assistenza domiciliare e la telemedicina, ma ha richiesto chiarimenti sul taglio di 1.803 posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva. Cartabellotta ha dichiarato che tali posti letto erano parte di un progetto già finanziato e rappresentavano una misura chiave del nuovo piano pandemico.
La rimodulazione propone anche il differimento temporale di diversi target, incluso l’installazione delle grandi apparecchiature, sollevando ulteriori interrogativi sulla pianificazione a lungo termine. Cartabellotta ha concluso sottolineando che l’aumento dei costi e i ritardi nelle forniture hanno reso necessarie le espunzioni, ma la distribuzione regionale delle nuove opere deve essere attentamente considerata per evitare svantaggi nelle Regioni meridionali.
In attesa di ulteriori chiarimenti da parte delle istituzioni, il dibattito sulla revisione del Pnrr italiano e le sue implicazioni nella sanità nazionale rimane aperto.
Redazione Nurse Times
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