La Camera dei deputati ha approvato una mozione di maggioranza che prevede paletti ben precisi alla responsabilità penale dei medici. Attraverso una contestuale modifica del Codice penale il Governo cerca dunque soluzioni alternative ed extragiudiziali per risolvere i contenziosi che intasano i tribunali e che, nella stragrande maggioranza dei casi, si concludono con pronunce di assoluzione.
La mozione è stata approvata con 252 voti a favore e 35 contrari, convincendo perciò anche parte delle opposizioni. Le stesse avevano presentato mozioni approvate in parte, dopo la riformulazione chiesta dal Governo nei passaggi discordanti.
Tra gli impegni previsti dal testo, al primo posto c’è la richiesta di riformare “la disciplina della responsabilità medica”, così come normata dal 2017, “bilanciando l’esigenza di salvaguardare gli operatori sanitari da iniziative giudiziarie arbitrarie e ingiuste con la necessità di tutelare i diritti dei pazienti che si ritengano danneggiati da episodi di negligenza medica”.
Inoltre la mozione valuta la possibilità di istituire, presso ogni centro regionale, una commissione indipendente e imparziale per comporre in via stragiudiziale le controversie tra i pazienti che hanno usufruito di prestazioni sanitarie e il soggetto che le ha erogate.
Soddisfazione per la mozione approvata arriva dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) e dai sindacati di categoria. “Ora ci aspettiamo che tutto questo si traduca in azioni concrete ed efficaci, che sfocino in un provvedimento lungamente atteso, che porti l’Italia al passo degli altri Paesi europei, depenalizzando l’atto medico, fermo restando il diritto dei cittadini a un giusto e rapido risarcimento”, afferma Filippo Anelli, presidente Fnomceo, ricordando che sono 300mila le cause per presunta colpa medica che giacciono nei tribunali, con 35mila richieste di risarcimenti, e che “il 90% delle cause finisce con un’assoluzione”.
Va però detto che, nonostante l’esito favorevole di moltissime cause, restano gravi le conseguenze sulla vita professionale e privata del medico ingiustamente accusato, e rilevanti le ripercussioni in termini economici sul Servizio sanitario nazionale.
Anche per questo plaude alla mozione Pierino Di Silverio, segretario del sindacato Anaao Assomed: “La mozione è un atto importante. Si tratta di un atto di civiltà, se si pensa che siamo tra i pochissimi Paesi, insieme soltanto e Polonia e Messico, a prevedere ancora la colpa professionale dei medici”.
In attesa della formulazione di una legge in materia, lo stesso sindacato chiede poi la proroga dello scudo penale per la categoria, già previsto nel periodo del Covid, e la contestuale attivazione di una tavolo con le parti sociali e il ministero della Salute. Ciò anche al fine di limitare il ricorso alla cosiddetta medicina difensiva, ovvero l’eccesso di prescrizioni di esami e test per prevenire appunto i contenziosi, che costa ogni anno 10 miliardi di euro.
“Il personale sanitario – commenta infine Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed – non può lavorare costantemente sotto la spada di Damocle della responsabilità penale. Una norma che depenalizzi l’atto medico è necessaria per garantire maggiore tranquillità ai medici e ingenti risparmi per le casse dello Stato”.
Redazione Nurse Times
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