Un’ennesima soluzione alquanto discutibile è stata proposta dalla Regione Lazio per risolvere la carenza di professionisti in grado di inoculare vaccini contro il Covid-19 alla popolazione italiana.
A riportare la notizia è il sindacato di categoria Nursing Up
“Vogliono utilizzare gli studenti d’infermieristica, del terzo anno, che potrebbero non aver ancora superato l’esame di tirocinio del 1° anno, a causa del lockdown, per fare tamponi e vaccini!
Il tutto dovrebbe essere gestito da tutor… che però facevano i tutor a mezzo servizio, dal momento che lavoravano e/o coordinavano un reparto.
La solita coperta corta!
Nel frattempo, gli infermieri che lo fanno e/o lo facevano, vengono pagati a prestazioni aggiuntive a babbo morto!
Alcuni debbono ricevere i soldi di agosto! Alcuni, come documentai in precedenti comunicati stampa, hanno lavorato con le tute al caldo inaudito, come al freddo e sotto la neve, perché anche nel Lazio può nevicare! …se nel mese in cui hanno fatto le così dette prestazioni aggiuntive, non hanno raggiunto il monte ore, benché abbiano molte ore accantonate, come previsto dall’Istituto contrattuale della banca delle ore, rischiano il mancato pagamento delle ore in prestazioni aggiuntive!
Ancora, pazzesco è che l’orario riconosciuto ai colleghi, per le prestazioni aggiuntive, inizia dal momento in cui raggiungono l’hub, o finiscono le attività.
Il tempo per raggiungere e tornare dalla suddetta attività, non verrebbe riconosciuta.
Ora quei cattivoni, dei colleghi, a queste condizioni, non saltano di gioia per fare queste attività! Quindi mentre per i medici si pensa agli specializzandi, già medici, a 60 euro l’ora… per la parte infermieristica si pensa (a gratis) agli studenti d’infermieristica. Anziché assumere, o far lavorare in condizioni migliori i colleghi! Sono schifata!
Responsabile Regionale Nursing Up Lazio
Laura Rita Santoro
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