Ecco come si rientra tra coloro che hanno diritto all’assegno.
Una misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. È tutto questo il reddito (e la pensione) di cittadinanza. E anche di più. Uno strumento per reinserire gli esclusi nel mondo del lavoro. È presto per dire a cosa porterà questo mix ibrido su cui scommettono i Cinque Stelle. Vediamo intanto come funziona.
Costi e beneficiari – II Rdc si rivolge a 1,8 milioni di famiglie che vivono in povertà assoluta, circa 5 milioni di persone secondo l’Istat. I 17,1 miliardi stanziati per quest’anno (e 8 miliardi circa dal prossimo) andranno però a una platea più limitata, calcola il Governo: 1 milione e 248mila famiglie, circa 3,5 milioni di poveri assoluti, non in grado di far fronte alle spese essenziali.
Requisiti – Chi può chiedere il Rdc? Italiani o stranieri, residenti da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due consecutivi. Isee inferiore a 9.360 euro annui per un single, reddito famigliare sotto i 6mila euro, patrimonio immobiliare diverso dalla prima casa non superiore a 30 milaeuro, patrimonio finanziario entro i 6mila euro (fino a 20mila per le famiglie con disabili), niente auto o moto nuove e potenti, nessuna nave o barca. La pensione di cittadinanza spetta a chi ha gli stessi requisiti del reddito e ha tutti i componenti della famiglia over 67.
Come si fa la domanda – Da oggi, e dal 6 di ogni mese, si può richiedere il Rdc in tre modi: dal portale internet www.redditodicittadinanza.gov.it (ci vuole però lo Spid, una chiave digitale), alle Poste o presso i Caf. I Centri di assistenza fiscale sono gli unici in grado di fornire assistenza, spiegare norme e rischi (anche il carcere fino a 6 anni), se si mente nelle autodichiarazioni.
I soldi e la card – II beneficio economico integra i redditi esistenti. Il Rdc varia da un minimo annuo di 480 euro a un massimo di 15.960 euro. Un single che vive in affitto prende al massimo 780 euro al mese. La famiglia numerosa, 1.330 euro al mese. Il contributo all’affitto è per tutti e ovunque in Italia pari a 280 euro mensili. Quello per il mutuo, 150 euro. Tolto l’aiuto all’alloggio, il sussidio varia da un massimo di 500 euro mensili per un single a 1.050 euro per la famiglia numerosa. I soldi sono caricati su una card (normale Poste Pay) e non si possono spendere per giochi e lotterie, ma solo per beni e servizi essenziali (alimentari, affitto, bollette) e altri che saranno dettagliati da un decreto del ministero del Lavoro.
I tempi – Caf e Poste hanno 10 giorni lavorativi per inviare la domanda a Inps, che si riserva di verificare il possesso dei requisiti tra 5 e 30 giorni. Con l’okay di Inps, Poste è autorizzata a consegnare la tessera al beneficiario. Il primo accredito avverrà, secondo quanto garantisce Inps, entro aprile.
I due patti – Chi riceve il Rdc e tutti i componenti della sua famiglia che possono lavorare (tranne anziani, minori, studenti, disabili, genitori con bimbi piccoli) ha l’obbligo di sottoscrivere un patto per il lavoro presso i centri per l’impiego. Quanti invece non sono in grado di svolgere alcun impiego (due terzi, prevede l’Istat) vengono indirizzati ai servizi sociali dei Comuni.
Offerte di lavoro – II primo ciclo di Rdc dura 18 mesi. Dopo un mese di stop, durante il quale si procede a una verifica dei requisiti, può essere riconfermato per altri 18 mesi, e così via. Nel frattempo, grazie a un nuovo software, alla app che incrocia domanda e offerta di lavoro e all’ausilio dei navigator, ai beneficiari arriveranno fino a tre offerte, a termine o stabili, vicino o lontano da casa (anche in tutta Italia, se è la terza). Chi rifiuta, perde il Rdc.
Norme anti-furbetti – Quelle votate al Senato entreranno in vigore con la conversione in legge del decreto (entro il 28 marzo). Fino ad allora i paletti non valgono. Gli immigrati extra Ue non hanno bisogno di documenti dai Paesi di origine. Divorziati e risposati dopo il primo settembre 2018 non devono dimostrare di non vivere insieme.
Redazione Nurse Times
Fonte: la Repubblica
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