Il presidente Aceti chiede che le Regioni provvedano entro il 24 febbraio e ricorda i dati su sospensioni/rinvii di interventi, visite ed esami procrastinabili per i pazienti non Covid.
Tonino Aceti (foto), presidente di Salutequità, chiede attraverso una nota che il ministero della Salute vigili sul rispetto da parte delle Regioni della nuova scadenza del 24 febbraio per l’invio dei Piani regionali di recupero delle liste di attesa, auspicando “il tempestivo controllo formale, e soprattutto sostanziale, del contenuto” degli stessi Piani da parte dei ministeri competenti. Inoltre chiede di “sviluppare un cruscotto pubblico per rendere trasparente l’andamento dell’attività di recupero delle liste d’attesa e dell’utilizzo delle risorse stanziate da parte delle Regioni”.
La presentazione da parte delle Regioni dei Piani, per i quali sono stati stanziati 500 milioni di euro, era stata inizialmente fissata al 15 settembre 2020, e poi più volte rimandata fino all’ultima proroga al 24 febbraio a fronte delle difficoltà di alcune Regioni nel rimodularli entro i termini. Tale proroga, precisa la nota, arriva a valle di un ulteriore periodo particolarmente difficile per i pazienti non Covid. Molte Regioni, infatti, tra dicembre 2021 e gennaio/febbraio 2022, a fronte del ciclico picco del contagio, hanno sospeso ancora una volta le cure programmabili per far fronte, durante il picco, all’assistenza dei pazienti Covid.
Al 9 gennaio 2022 erano circa 17 le Regioni che avevano deciso sospensioni/rinvii di interventi, visite ed esami procrastinabili. Aceti ricorda in proposito i dati dell’Osservatorio Nazionale Screening: le prestazioni effettuate tra gennaio 2020 e maggio 2021 si sono ridotte rispetto al 2019 del 35,6% per la cervice, del 28,5% per mammella, del 34,3% per il colon retto. La stima delle lesioni tumorali che potrebbero subire un ritardo diagnostico è invece pari a 3.504 lesioni CIN2+, 3.558 carcinomi mammari, 1.376 carcinomi colorettali e oltre 7.763 adenomi avanzati del colon retto.
Da una prima analisi dei Piani emergono importanti differenze tra le Regioni. La Valle d’Aosta, ad esempio, conta di recuperare entro giugno 2022 il 30% delle prestazioni, un altro 30% entro ottobre e un altro 30% entro dicembre. Invece il Molise non ha definito un cronoprogramma.
Redazione Nurse Times
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