I dati documentano anche lo svuotamento della sanità la lunghezza dei tempi d’attesa per i ricoveri al Meridione.
I dati dell’ultimo rapporto Svimez sulla spesa sanitaria in Italia parlano chiaro: sempre più gente “fugge” dalle regioni meridionali per farsi curare altrove, mentre la spesa sostenuta dalle famiglie per accedere ai servizi sanitari non coperti dal pubblico continua ad aumentare.
“Gli indicatori sugli standard dei servizi pubblici – si legge nel rapporto – documentano un ampliamento dei divari Nord-Sud, con particolare riferimento proprio al settore dei servizi socio-sanitari, che maggiormente impattano sulla qualità della vita e incidono sui redditi delle famiglie”.
Insomma, quella del Sud è una sanità svuotata, che impoverisce i cittadini, abbassando la qualità della vita dei pazienti. Si pensi alle cifre riguardanti i Lea, che, pur in leggero miglioramento (tranne in Calabria, dove la situazione è addirittura peggiorata nel 2016), evidenziano l’inadempienza delle regioni meridionali. Per non parlare dei dati sulla mobilità ospedaliera: “la fotografia più chiara delle carenze del sistema ospedaliero meridionale, soprattutto in alcuni specifici campi di specializzazione, e della lunghezza dei tempi di attesa per i ricoveri”.
A proposito dei tempi di attesa, tale fattore, secondo Svimez, è alla base dell’aumento di spesa delle famiglie. “Strettamente collegato a ciò – prosegue il rapporto – è il fenomeno della cosiddetta povertà sanitaria, secondo il quale si verifica sempre più frequentemente, soprattutto nel Mezzogiorno, che l’insorgere di patologie gravi costituisca una delle cause di impoverimento delle famiglie”.
In Italia, nel 2015, l’1,4% delle famiglie italiane si è impoverito per sostenere le spese sanitarie non coperte dal Servizio sanitario. In Calabria questa percentuale sfiora quasi il 3% (2,8). Peggio sta solo la Campania con il 3,8%. Statistiche che certificano il fallimento del commissariamento calabrese, sia per quanto riguarda i Livelli essenziali di assistenza sia per quanto riguarda il recupero del debito “monstre”.
Redazione Nurse Times
Fonte: www.quotidianodelsud.it
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