Con la rimozione di due vertebre è stata raddrizzata la schiena di una paziente in sedia a rotelle. La sua gravissima cifosi determinava una curva di oltre cento gradi sulla colonna vertebrale ed era considerata inoperabile, ma l’intervento è riuscito, con una tecnica di ricostruzione in 3D, al Rizzoli di Bologna. La paziente è tornata a camminare.
La paziente 54enne era andata incontro a una fusione patologica (anchilosi) di cinque vertebre toraciche. In piedi dopo sette giorni dall’intervento, ha iniziato il percorso di riabilitazione per camminare. La sua colonna vertebrale, incurvandosi in avanti, aveva determinato una cifosi che non le permetteva di stare in piedi.
A nulla erano valse le operazioni, racconta Ansa, e la deformità era considerata non più trattabile per gli elevati rischi di lesione del midollo spinale. L’intervento, eseguito dall’equipe del prof. Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica 1 dell’Istituto ortopedico Rizzoli, affiancato da anestesisti, rianimatori, neurofisiologi e infermieri, è durato circa otto ore. La ricostruzione in 3D della colonna deformata è partita dalla Tac della paziente e ha permesso di pianificare la rimozione delle due vertebre e ‘guidare’ la correzione senza ledere il midollo spinale, con un movimento di correzione di oltre novanta gradi in un singolo intervento.
“Un risultato fino a oggi impensabile – spiega Faldini – ottenuto combinando la tradizione nella ricerca ortopedica, il Rizzoli compie in questi giorni 125 anni, con tecniche altamente innovative, per offrire una possibilità di correzione chirurgica a quelle rare scoliosi e cifosi fino a oggi considerate inoperabili per la loro gravità. Situazioni fortunatamente rare, ma gravemente menomanti per i pazienti: se la colonna si deforma oltre novanta gradi, cioè compie un angolo retto, da verticale diviene orizzontale, rendendo impossibile stare in piedi, e avere una vita di relazione accettabile”.
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