Le persone che bevono qualsiasi tipo di caffè, che contenga o meno caffeina, hanno meno probabilità di sviluppare epatopatia cronica, o di morire per tale causa, rispetto alle controparti che non assumono la bevanda. Questo è il risultato si uno studio condotto sui dati della UK Biobank. I ricercatori – guidati da Oliver Kennedy, dell’Università di Southampton – hanno analizzato i dati relativi a 384.818 partecipanti allo studio che hanno riferito di consumare caffè e 109.767 che non lo consumavano. Dopo un follow-up mediano di 10,7 anni, gli studiosi hanno rilevato 3.600 casi di epatopatia cronica, 5.439 casi di epatopatia cronica o steatosi, 184 casi di carcinoma epatocellulare e 301 casi di decesso per epatopatia cronica.
Rispetto ai partecipanti che non consumavano caffè, le controparti presentavano un rischio significativamente inferiore di epatopatia cronica (hazard ratio aggiustato 0,79), epatopatia cronica o steatosi (aHR 0,80), carcinoma epatocellulare (aHR 0,80) e decesso per epatopatia cronica (aHR 0,51).
Il consumo mediano di caffè era due tazze al giorno in coloro che assumevano la bevanda, segnalano i ricercatori su BMC Public Health. Il massimo effetto protettivo per l’assunzione di caffè si è presentano con tre-quattro tazze al giorno. Tra i consumatori di caffè, 79.644 (19%) assumevano caffè decaffeinato. Chi consumava la variante decaffeinata aveva più probabilità di essere di sesso femminile e più anziano e meno probabilità di essere fumatore.
Rispetto ai partecipanti che non bevevano alcun tipo di caffè, quelli che assumevano caffè decaffeinato presentavano un rischio significativamente inferiore di epatopatia cronica (HR 0,80), epatopatia cronica o steatosi (HR 0,85) e decesso per epatopatia cronica (HR 0,36). Tuttavia, il caffè istantaneo sembra avere un minor effetto protettivo rispetto al caffè macinato. Ad esempio, la riduzione del rischio di sviluppare epatopatia cronica è risultata meno pronunciata con il caffè istantaneo (HR 0,85) che con quello macinato (HR 0,65), così come il rischio di morire per epatopatia (HR rispettivamente 0,65 e 0,39).
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Fonte: BMC Public Health; ilfarmacistaonline.it
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