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Puglia: la CGIL attacca il riordino della Rete Ospedaliera nella Asl Bat.

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Dalla Regione Puglia un secco no all'indennità di rischio e disagio per infermieri di pronto soccorso, 118 e SerT
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Riceviamo e pubblichiamo la nota della CGIL a firma di Michele Gorgolione, Coordinatore del Comitato degli Iscritti Aziendale ASL BT Area di Comparto


Il giorno 3 Luglio u.s. presso la sala riunioni del PTA di Trani si è svolta l’assemblea degli iscritti alla CGIL FP  dell’ASL BT.

E’ stato eletto il Comitato degli Iscritti, organo previsto dallo statuto Nazionale che rappresenta tutti i lavoratori iscritti alla CGIL nell’ASL BT.

Riconfermato nella carica il Coordinatore uscente Michele Gorgoglione, 56 anni coordinatore infermieristico presso l’Ospedale Dimiccoli di Barletta.

Gorgoglione, immediatamente punta il dito sul documento unico di riordino della rete ospedaliera varato dalla Giunta Regionale qualche giorno fa, e che ancora una volta penalizza l’ASL BAT nonostante in Puglia, i posti letto passeranno da 11.806 a 13.403 con un aumento di 1597 posti letto.

La Giunta Regionale non ha voluto considerare che nella nostra ASL due ospedali sono stati completamente soppressi (Minervino e Spinazzola) e altri due sono stati riconvertiti (Trani e Canosa) cassando in poco tempo centinaia di posti letto e creando situazioni critiche sugli ospedali di Barletta Andria e Bisceglie, unici plessi a poter garantire un ricovero per patologie acute.

Pertanto, considerando il rapporto tra posti letto disponibili e numero di cittadini che risulta essere di gran lunga di media il  più basso tra tutte le altre ASL pugliesi, sollecita la Giunta Regionale affinchè riveda le sue decisioni e implementi i posti nell’ASL BT eliminando situazioni che determinano una offerta sanitaria differente tra cittadini della stessa Regione.

L’azione sindacale della CGIL ribadisce Gorgoglione, continuerà vigilando nella  difesa del lavoro e dei diritti dei lavoratori che operano nell’ASL BT ma l’attenzione non mancherà su tutte le problematiche che coinvolgono i cittadini utenti di questo territorio.

Le interminabili liste di attesa che a parole tutti vogliono eliminare, ma di fatto poche volte sentiamo proposte concrete che diano giuste  ed adeguate risposte.

In altre regioni il problema lo hanno notevolmente ridotto creando dei progetti che diano  la possibilità al personale delle radiologie, dei laboratori analisi, delle sale operatorie etc.. di  impegnare  maggiormente attrezzature e personale con turni lavorativi aggiuntivi pomeridiani,  implementando di misura il numero delle prestazioni diagnostiche, strumentali o di interventi chirurgici abbattendo le liste di attesa.

Le risorse economiche  per finanziare queste prestazioni aggiuntive,  arriverebbero da quelle attualmente utilizzate   per pagare le prestazioni sanitarie che a seguito delle lunghe liste di attesa il cittadino effettua in strutture private accreditate e che molto spesso, considerata l’impossibilità a ricevere risposte immediate ed adeguate al loro bisogno di salute si è costretti a rivolgersi anche a strutture nonché a liberi professionisti  pagando in proprio.

Pertanto, il nostro impegno sarà quello di favorire il Servizio Sanitario Pubblico ed il diritto alla salute dei cittadini anche superando le criticità del momento in tema di fabbisogno del personale, oramai carente dappertutto e migliorando politiche di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale che l’attuale governo sta minando attraverso tagli alla spesa pubblica.


 

Redazione NurseTimes

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