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Puglia, assistenza domiciliare integrata per i malati di SLA al centro di un’interrogazione urgente

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Puglia, assistenza domiciliare integrata per i malati di SLA al centro di un’interrogazione urgente
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Il consigliere regionale Luigi Morgante l’ha presentata al governatore e assessore alla Sanità, Michele Emiliano.

Il consigliere della Regione Puglia, Luigi Morgante (foto), ha presentato un’interrogazione urgente al presidente della Giunta e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, per l’assistenza domiciliare integrata riservata ai malati di SLA in Puglia e per la differenza nelle prestazioni erogate da un distretto sanitario all’altro.

Spiega in premessa Morgante: “La delibera di Giunta regionale n. 630 del 30 marzo 2015 disciplina e definisce le Linee guida regionali per le cure domiciliari integrate. E definisce e introduce il Piano assistenziale individuale (PAI) per il trattamento dei casi specifici in maniera analitica e puntuale, con – tra l’altro – l’indicazione degli obiettivi da raggiungere per migliorare la condizione generale del paziente, le figure professionali da impegnare, gli interventi e le prestazioni necessarie, la fornitura dei presidi sanitari, l’ammissibilità a forme di beneficio economico (buoni servizio e/o assegni di cura)”.

E continua: “Nel territorio pugliese particolare attenzione e bisogno  meritano i malati di sclerosi laterale amiotrofica (SLA), definiti di terzo livello. Ogni distretto sanitario provinciale agisce in questo delicato ambito in maniera sostanzialmente differente, creando e determinando situazioni di difformità nel garantire servizi e prestazioni da erogare a pazienti che oltre ai disagi e alle problematiche arrecate da una grave malattia come la SLA, sono costretti a subire le conseguenze di scelte e programmazioni differenti sul territorio. La Asl di Lecce, per citare uno dei distretti in prima linea su questo fronte, per l’assistenza domiciliare assistenziale ad alta intensità, ricorre come le altre Asl a una Unità di valutazione multidimensionale (UVM) per programmare il passaggio dall’ospedalizzazione al domicilio del paziente, una volta eseguita la tracheotomia. In mancanza di personale, sempre l’Asl Lecce ricorre a degli elenchi di cooperative e/o enti accreditati presso il distretto sanitario, le quali forniscono l’assistenza richiesta (infermieri, OSS, fisioterapisti, medici di riferimento) per un importo non superiore ai 40mila euro annui”.

Restando in argomento, il consigliere sottolinea: “Per un importo invece superiore, l’Asl Lecce procede con un’apposita gara per ogni singolo caso. Sempre l’Asl di Lecce ha avviato un tavolo tecnico guidato dal direttore generale Ottavio Narracci per definire percorsi standard in questo ambito e venire incontro con maggiore incisività e sensibilità alle esigenze dei malati e dei loro familiari. Nelle altre Asl si procede invece a macchia di leopardo, in maniera del tutto difforme. In altre province, come Taranto, per citarne solo una, non vengono garantiti gli stessi servizi e i criteri seguiti per l’assistenza domiciliare integrata ad alta intensità per i malati di SLA  sono differenti”.

Inoltre: “A Lecce viene garantito ai pazienti, seguendo le indicazioni dell’UVM nel passaggio dall’ospedale al domicilio e nella fascia compresa entro i 40mila euro, un servizio che prevede dalle 4 alle 6 ore giornaliere di assistenza OSS, e assistenza infermieristica da 1 a 2 ore al giorno per 5 accessi settimanali, mentre per la stessa patologia a Taranto il malato è assistito per un’ora al giorno, divisa tra OSS e infermieristica e sempre dal lunedì al venerdì. Ancora a Lecce, viene garantita al malato anche un’ora al giorno di fisioterapia motoria e respiratoria: un’assistenza suppletiva inesistente a Taranto. Stessa malattia, differente trattamento”.

Da qui l’interrogazione al presidente Emiliano per sapere“se è a conoscenza della differente – o addirittura mancata – applicazione del Piano assistenziale individuale nelle varie Asl pugliesi e della mancata elaborazione di un piano regionale che garantisca uniformità nell’assistenza domiciliare integrata nei servizi e nelle prestazioni erogate ai malati di terzo livello”. E ancora: “se e come intende intervenire, in tempi rapidi, per sanare questa situazione e scongiurare ulteriori inaccettabili disparità, differenze e discriminazioni tra malati di province differenti, e uniformare i servizi e le prestazioni erogate ai malati di SLA perlomeno al livello garantito dall’Asl di Lecce, decisamente più in sintonia con le aspettative e le esigenze rispetto alle altre Asl provinciali, e in particolare quella di Taranto”.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.ciaksocial.com

 

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