Proseguono i gravissimi disagi nello stato del Venezuela a causa di un vasto blackout che ha paralizzato milioni di cittadini da oltre 96 ore.
Nella nazione ormai sull’orlo di una guerra civile, sarebbero morti ottanta bimbi ricoverati nel reparto di Pediatria. A comunicare i decessi è stato il senatore repubblicano Marco Rubio, mentre da Caracas il governo Maduro annuncia la decisione di chiudere scuole e uffici e il leader dell’opposizione Juan Guaidò quella di chiedere lo stato emergenza in un paese ormai a pezzi.
Il Venezuela è ormai in ginocchio, completamente bloccato, senza mezzi di trasporto e provviste. Ma le notizie più drammatiche arrivano proprio dagli ospedali, che non possono utilizzare i macchinari salvavita.
Proprio nelle ultime ore sarebbero morti 15 pazienti che regolarmente si sottoponevano ad emodialisi, impossibilitati a ricevere il trattamento salvavita a causa della mancanza di elettricità.
“Secondo alcune informazioni almeno 80 sono i morti nel reparto neonatale dell’ospedale universitario di Maracaibo, Zulia, da quando è iniziato il blackout giovedì”, twitta Rubio, postando la notizia della tv venezuelana VPItv. E aggiunge: “se ingenti aiuti non saranno consegnati presto, il timore è che ci sarà una catastrofe senza precedenti”.
Il timore è stato condiviso anche da Guaidò che ha deciso di chiedere al Parlamento di dichiarare lo Stato di emergenza nazionale fornendo una serie di dati in grado di delineare plasticamente la drammatica situazione nel paese.
Il blackout continua a lasciare al buio completo 16 regioni del Venezuela, mentre altri sei hanno solo parzialmente l’energia elettrica. La totale assenza di elettricità è costata finora al settore privato, in un paese già economicamente in ginocchio, 400 milioni di dollari.
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