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Professionisti sanitari e linee guida per la cura dei pazienti

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Fsi-Usae: “Sanità privata, nessuna conciliazione: via alla mobilitazione nelle regioni”
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Rilanciamo un articolo del portale “Conoscere il rischio clinico” sulle conseguenze in caso di inadempienza.

Le linee guida rappresentano una vera e propria “guida” per i professionisti sanitari per orientare le scelte di cura e le modalità di assistenza, in modo che siano quelle più appropriate e sicure, nelle particolari situazioni cliniche che si trovano ad affrontare. I professionisti sanitari nell’esecuzione di ogni prestazione sono tenuti ad attenersi a quanto indicato e raccomandato nelle Linee Guida, salvo il caso in cui l’esperienza o la specificità del caso concreto non li indirizzino diversamente.

La condivisione di linee guida procedure/protocolli all’interno dell’organizzazione favorisce l’uniformità dei comportamenti di tutti gli operatori e quindi, di conseguenza, permette di evitare errori, fraintendimenti, omissioni, ecc. Non a caso tra i principali fattori predisponenti per l’accadimento degli eventi avversi in sanità troviamo la mancata applicazione delle linee guida. Il ministero della Salute ha pubblicato nel 2015 il suo ultimo rapporto relativo a tutti gli eventi avversi più gravi accaduti in sanità dal settembre 2005 al dicembre 2012. Il rapporto ha mostrato l’elevata frequenza, tra i fattori contribuenti per l’accadimento degli eventi, della mancanza, inadeguatezza ed inosservanza di Linee guida, raccomandazioni, protocolli assistenziali, procedure, suggerendo come sia fondamentale, ai fini preventivi, “la diffusione e l’applicazione nei vari contesti aziendali delle raccomandazioni disponibili e delle buone pratiche prodotte sia in ambito nazionale che internazionale”.

Da ciò consegue come tutte le strutture sanitarie siano tenute ad adottare le linee guida per lo svolgimento delle attività assistenziali, come peraltro richiesto dalla normativa. Ogni struttura sanitaria deve predisporre dei propri protocolli/procedure/percorsi diagnostico terapeutici come strumento di reale trasferimento nella pratica clinica delle raccomandazioni basate sulle prove scientifiche.

In quali conseguenze incorrono i professionisti in caso di inadempienza? La legge n. 24/2017 (meglio conosciuta come Legge Gelli) ha sancito di fatto l’obbligatorietà per gli esercenti le professioni sanitarie di attenersi alle linee guida potendo le stesse costituire vere e proprie esimenti di colpa. L’art. 6 della legge Gelli ha introdotto il rispetto delle linee guida o delle buone pratiche assistenziali come criterio di esclusione dalla responsabilità penale per i reati di lesioni personali colpose e omicidio colposo. Questo significa che i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari non saranno più perseguibili penalmente se il loro comportamento sarà stato conforme alle linee guida o, in loro mancanza, alle buone pratiche clinico-assistenziali.

Ciò comporta obblighi della struttura sanitaria nei confronti degli operatori sanitari (medici, infermieri, ecc.). Se il rispetto delle linee guida scagiona da responsabilità l’operatore sanitario e se l’adozione di queste dipende dalla struttura sanitaria, come potrà l’operatore non pretenderne la loro attivazione? Quando, per esempio, un medico chiederà ad un altro operatore sanitario di compiere un atto su un paziente, non previsto o contrario alle linee guida, come dovrà comportarsi questo sanitario visto le responsabilità alle quali va incontro, considerando che egli è tenuto a rispettarle per essere esentato da responsabilità penale?

Naturalmente gli operatori sanitari sono tenuti ad osservare tali disposizioni, quando presenti: documenti quali linee guida, protocolli e procedure possono essere considerate aventi carattere di regolamento, ordine o disciplina, cosicché il loro mancato rispetto può configurare il requisito dell’inosservanza contemplato dall’art. 43 del codice penale (e quindi una condotta colposa). Da ciò discende come le procedure debbano essere sempre rispettate dagli operatori.

Conclusioni
Alla luce delle considerazioni sopra svolte le direzioni strategiche delle aziende sanitarie e i professionisti che in esse operano dovrebbero porsi con urgenza il problema dell’adesione alle linee guida o alle buone pratiche clinico-assistenziali, in mancanza di queste (in pratica, alle evidenze scientifiche), considerando le conseguenze civili e penali alle quali vanno incontro in caso di inadempienza.

Redazione Nurse Times

Fonte: Conoscere il rischio clinico

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