Un primario dell’ospedale di Chiari andrà a processo con l’accusa di violenza sessuale ai danni due infermiere.
Un primario 60enne dell’ospedale di Chiari (Brescia) è stato rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale ai danni di un’infermiera che ha cominciato a lavorare con lui nel 2005 e che in seguito lo ha denunciato, costituendosi parte civile in giudizio e sostenendo di essere stata vittima di attenzioni indesiderate a partire dalla fine del 2019.
Il medico avrebbe iniziato con apprezzamenti sempre più espliciti sull’aspetto fisico dell’infermiera, poi sfociati in riferimenti sessuali. Col passare del tempo il suo pressing sarebbe diventato sempre più asfissiante, traducendosi in inviti a cena, sistematicamente rimbalzati, ma pure in richieste di serate insieme e in telefonate con esplicite richieste di prestazioni sessuali.
A giugno del 2020, con la parziale tregua concessa dal Covid, il primario sarebbe passato dalle parole ai fatti, allungando le mani in almeno un paio di occasioni, come ricostruito dalla relativa inchiesta. Di questo atteggiamento, in un primo momento, l’infermiera non ha fatto parola con nessuno, ma all’inizio del 2021 ha deciso di rompere il silenzio e si è rivolta alla direzione ospedaliera, perché il medico avrebbe cominciato a denigrarla pubblicamente, insultandola davanti ai colleghi e mettendola in difficoltà sul lavoro.
Quindi lei è stata trasferita e non ha più incontrato il primario, ma intanto gli inquirenti hanno raccolto elementi di prova a sostegno delle accuse e trovato casi analoghi di molestie ai danni di un’altra dipendente dell’ospedale. L’accusa è stata allora raddoppiata d’ufficio. E così il medico si troverà di fronte due parti civili nel corso del processo che prenderà il via l’11 gennaio prossimo.
Redazione Nurse Times
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